mercoledì 21 dicembre 2022

L'importanza della tradizione 2


Nel destino dell'umanità io devo scorgere il mio proprio destino e nel mio destino il destino storico. Solo in questo modo è possibile comunicare con il mistero interiore dello «storico», scoprire i grandiosi destini spirituali dell'umanità. E viceversa solo in questo modo è possibile scoprire in se stessi non il vuoto della solitudine contrapponendosi a tutta la ricchezza della vita storica del mondo ma tutte le ricchezze e i valori in se stessi, unire il proprio destino interiore individuale con il destino storico mondiale. Perciò per la filosofia della storia il vero metodo è quello di istituire un'identità tra l'uomo e la storia, tra il destino dell'uomo e la metafisica della storia.

Nikolaj Berdjaev, Il senso della storia 

martedì 20 dicembre 2022

L'importanza della tradizione 1


L'approccio allo «storico» noumenico è possibile per il nesso concreto profondissimo che esiste tra l'uomo e la storia, il destino dell'uomo e la metafisica delle forze storiche. Per poter penetrare in questo segreto dello «storico» io devo innanzitutto attingere lo «storico» e la storia come qualcosa di profondamente mio, come storia profondamente mia, come destino profondamente mio. Io devo calare me nel destino storico e il destino storico nella mia propria profondità umana. Alla profondità dello spirito umano si dischiude la presenza di un certo destino storico. Tutte le epoche storiche, a cominciare da quelle primordiali per finire con l'epoca attuale, sono mio destino storico, tutto è mio.

Nikolaj Berdjaev, Il senso della storia


martedì 13 dicembre 2022

Il lunedì mattina

Il lunedì mattina padre Malachia, avendo detto la messa alle nove, si mise a far colazione alle dieci meno un quarto e, memore dell'esempio di san Luigi e del gioco del biliardo, trasformò in soprannaturale un'operazione naturale imburrando il pane in gloria del Padre, mescolando il tè in gloria del Figlio e rompendo il guscio dell'uovo in gloria dello Spirito Santo.  

Bruce Marshall, Il miracolo di padre Malachia

lunedì 14 giugno 2021

Fatica settimanale (domenica)


 Allora cominceremmo a intuire l'importanza della settimana e quali grandi cose una civiltà dalla grande immaginazione potrebbe fare in una settimana. Se avessimo la capacità creativa di allestire una simile festa settimanale della creazione, non ci interesserebbe andare al cinema.

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

domenica 13 giugno 2021

Fatica settimanale (sabato)


 Dunque, qualunque cosa scegliate di fare, non beffatevi del libro della Genesi. Sarebbe molto meglio per voi, sarebbe molto meglio per tutti noi, se rimanessimo così legati al libro della Genesi da considerare la settimana come una serie di azioni simboliche, che ci ricordano i passi della creazione. Sarebbe molto meglio se ogni lunedì, anziché essere un lunedì nero, fosse un lunedì luminoso, per celebrare la creazione della luce. Sarebbe molto meglio se il martedì, parola che attualmente suona molto scialba, rappresentasse un tripudio di fontane, fiumi e ruscelli scroscianti, perché fu il giorno della creazione delle acque. Sarebbe bello se ogni mercoledì fosse l'occasione di appendere in casa rami verdi e fiori, perché queste cose spuntarono nel terzo giorno della creazione; o se il giovedì fosse consacrato al sole e alla luna e il venerdì consacrato ai pesci e ai polli, e così via. 

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

sabato 12 giugno 2021

Fatica settimanale (venerdì)


 Forse é vero, e un altro modo di esporre la medesima verità é dire che gli uomini moderni hanno completamente perso la gioia di vivere. Devono accontentarsi di miseri sostituti alla gioia di vivere. E anche con questi, pare che riescano a gioire sempre meno. Finché non saremo in grado di far sé che l'uomo comune provi interesse per la vita quotidiana, rimarremo sotto il despotismo volgare di quelli che non sono capaci d'interessarli, ma se non altro li intrattengono. Se non saremo in grado di rendere interessanti per gli uomini l'alba, il pane e i segreti creativi del lavoro, piomberà su tutta la nostra civiltà un affaticamento che é l'unica malattia da cui le civiltà non guariscono. Così morì la grande civiltà pagana: tra cibo e circhi e dimenticanza dei lari domestici.
G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934