venerdì 26 dicembre 2014

Razze, classi, cittadinanze, sono balle...

"<<Razze, classi, cittadinanze, sono balle: spettacoli d'illusionismo montati dal Potere. È il potere che ha bisogno della Colonna Infame: "quello è ebreo, è negro, è operaio, è schiavo... è diverso... quello è il Nemico!" Tutti trucchi, per coprire il vero nemico, che è lui, il Potere! È lui, la pestilensia che stravolge il mondo nel delirio... Si nasce ebrei per caso, e negri, e bianchi per caso... >> (qua gli parve d'un tratto di ritrovare il filo)  <<ma non si nasce creature umane per caso! >>, annunciò, con un sorrisetto ispirato, quasi di gratitudine."
Elsa Morante, La Storia

mercoledì 24 dicembre 2014

Buon Natale!

"E perchè andar seguendo le ombre se hai visto già la sostanza? Chi vuol vedere le stelle, spenga i lumi."
Antonio De Petro, Dies irae

lunedì 15 dicembre 2014

La fede non è una bandiera...

"La fede non è una bandiera da portarsi in gloria ma una candela accesa che si porta in mano tra pioggia e vento in una notte d'inverno. I credenti non devono sentirsi come un esercito di soldati che cammina in trionfo e trae orgoglio e forza dal fatto di formare una schiera numerosa e unita. A Dio non piace di essere amato come gli eserciti amano la vittoria"
 Natalia Ginzburg, Mai devi domandarmi

domenica 14 dicembre 2014

Eppure, il cuore vorrebbe almeno...

"Eppure, il cuore vorrebbe almeno pronunciare una parola che dia speranza. Vorrebbe sapere che, ancora, tutto potrebbe accadere."
Antonio De Petro, L'imbroglio

venerdì 12 dicembre 2014

Giorno di sciopero

“Ma ora per queste anime segnate
dal crepuscolo, per questo bivacco
di intimiditi passeggeri,
d’improvviso ogni interna luce, ogni atto
di coscienza, sembra cosa di ieri.
Nemico è oggi a questa donna che culla
la sua creatura, a questi neri

contadini che non ne sanno nulla,
chi muore perché sia salva
in altre madri, in altre creature,

la loro libertà. Chi muore perché arda
in altri servi, in altri contadini,
la loro sete anche se bastarda

di giustizia, gli è nemico.
Gli è nemico chi straccia la bandiera
ormai rossa di assassinî,

e gli è nemico chi, fedele,
dai bianchi assassini la difende.
Gli è nemico il padrone che spera

la loro resa, e il compagno che pretende
che lottino in una fede che ormai è negazione
della fede. Gli è nemico chi rende

grazie a Dio per la reazione
del vecchio popolo, e gli è nemico
chi perdona il sangue in nome

del nuovo popolo. Restituito
è cosi, in un giorno di sangue,
il mondo a un tempo che pareva finito:

la luce che piove su queste anime
è quella, ancora, del vecchio meridione,
l’anima di questa terra è il vecchio fango.

Se misuri nel mondo, in cuore, la delusione
senti ormai che essa non conduce
a nuova aridità, ma a vecchia passione.

E ti perdi allora in questa luce
che rade, con la pioggia, d’improvviso
zolle di salvia rossa, case sudice.

Pier Paolo Pasolini, la terra di lavoro

martedì 9 dicembre 2014

Il silenzio, in realtà, era parlante!

"Il silenzio, finito l'intervallo della canzonetta, s'era ingrandito a una misura fantastica, tale che non solo gli orecchi, ma il corpo intero lo ascoltava. E Useppe, nell'ascoltarlo, ebbe una sorpresa che forse avrebbe spaventato un uomo adulto, soggetto a un codice mentale della natura. Ma il suo piccolo organismo, invece, la ricevette come un fenomeno naturale, anche se mai prima scoperto fino a oggi.
Il silenzio, in realtà, era parlante! Anzi, era fatto di voci, le quali da principio arrivarono piuttosto confuse, mescolandosi col tremolio dei colori e delle ombre, fino a che poi la doppia sensazione diventò una sola: e allora s'intese che quelle luci tremanti, pure loro, in realtà, erano tutte voci del silenzio. Era proprio il silenzio, e non altro, che faceva tremare lo spazio, serpeggiando a radice più in fondo del centro infocato della terra, e montando in una tempesta enorme oltre il sereno. Il sereno restava sereno, anzi più abbagliante, e la tempesta era una moltitudine cantante una sola nota (o forse un solo accordo di tre note) uguale a un urlo! Però dentro ci si distinguevano che sa come, una per una, tutte le voci e le frasi e i discorsi, e a migliaia di migliaia: e le canzonette, e i belati, e il mare, e le sirene d'allarme, e gli spari, e le tossi, e i motori, e i convogli per Auschwitz, e i grilli, e le bombe dirompenti, e il grugnito minimo dell'animaluccio senza coda... e «che me lo dài, un bacetto, a' Usè?...»"
Elsa Morante, La Storia

mercoledì 3 dicembre 2014

Una voce sommessa legge qualcosa...

Una voce sommessa legge qualcosa, tagliente e fredda.
Calmati, fratello, presto è finita
Presto, presto!.
Ti sento camminare con passi coraggiosi e fieri.
Tu non vedi più l’istante
Vedi tempi futuri.
Con te fratello, vado in quel luogo
E ascolto la tua ultima parola:
“Quando il sole mi sarà scomparso
Vivi tu per me, fratello!”.
Lungo disteso sul mio pancale
Fisso la parete grigia.
C’è fuori una mattina estiva
Che gridando gioia alla campagna
Non è ancora mia.
Fratelli, finchè dopo la lunga notte
Non spunti il nostro giorno
Noi resistiamo!
Dietrich Bonhoffer. Voci notturne in Tegel

martedì 2 dicembre 2014

L'eternità è innamorata...

"L'Eternità è innamorata delle opere del tempo."
William Blake, Il matrimonio del Cielo e dell'Inferno 2