giovedì 31 dicembre 2015

Per il nuovo anno

"Nessuno lascia la casa per il gusto di perdersi. Un richiamo lontano, l'incanto dell'ignoto, il dovere, la vocazione... e le povere creature del sogno si mettono per via «senza sacca, senza bastone, senza calzari». (...) L'andare è un tempo d'avvento, e chi attende è felice."
Primo Mazzolari, La pieve sull'argine

lunedì 21 dicembre 2015

Un uomo senza ambizioni...

"Un uomo senza ambizioni è imprendibile, scomodante e poco raccomandabile come ambasciatore; ma certi uffici uno non se li sceglie neppure, se li trova sulle spalle e non c'è che portarli."
Primo Mazzolari, La pieve sull'argine

martedì 15 dicembre 2015

Essere uomini significa essere responsabili...

"Essere uomini significa essere responsabili. Significa provare vergogna in presenza di una miseria che pur non sembra dipendere da noi. Sentire che posando la propria pietra, si contribuisce a costruire il mondo."
Saint-Exipéry, Terra degli uomini

lunedì 14 dicembre 2015

Non sarà strano

"Dentro di me, l'affanno
-che impone il silenzio-
divarica in due questo esistere.

Ma quando alla fine
tutto avrà un senso - docile
come il frantumarsi del pane
tra le dita -
non sarà strano guardare
dall'alto la piaga
che mi divide in mezzo.
Non ci sarà più nulla
quel giorno a dividermi."
Giovanni Riva, Non sarà strano


domenica 13 dicembre 2015

Servirsi del potere?

"Servirsi del potere? Che perniciosa illusione. E' il potere che si serve di noi. Il potere è un cavallo difficile da guidare; va dove deve andare, o meglio, va dove può andare o dov'è naturale che vada."
Ignazio Silone, L'avventura di un povero cristiano

sabato 12 dicembre 2015

Devo essere ospite...

"Devo essere ospite con tutto ciò che questo implica. Non devo chiudere il mio cuore alla partecipazione ai compiti, ai dolori e alle gioie della terra, e devo aspettare pazientemente l'adempiersi della promessa di Dio, ma aspettare effettivamente, e non appropriarmene in anticipo nel desiderio e nel sogno."
 Dietrich Bonhoeffer, Fedeltà al mondo

sabato 21 novembre 2015

Per costruire la pace DA PANE PACE LAVORO


LA GUERRA DEI POTENTI
Davanti alla violenza, alla morte e alla disperazione, il primo doveroso pensiero è una domanda di pace per i morti e i feriti che in tutto il mondo esse provocano: per prima cosa, quindi, possiamo e vogliamo ricordare le vittime e i loro cari che oggi li piangono.
Di nuovo la guerra ci tocca da vicino, di nuovo l’Europa è colpita e allora ecco che apriamo gli occhi su coloro che soffrono a causa della violenza. Finché la guerra era lontana, finché le notizie parlavano di Medio oriente, di Africa, di paesi poveri dell’Asia o dell’America latina non ci domandavamo nulla, non ci interrogavamo su cause e conseguenze, indignati certo, ma per poco più di qualche minuto. Oggi invece a essere colpita è l’Europa e allora tutto cambia.
La triste verità è che, per la nostra benpensante società occidentale, la vita di un Europeo e quella di un migrante dal sud del mondo hanno due pesi diversi. La distruzione di intere città e Paesi in tutto il mondo non ci interessano, esse ci appaiono come immagini su uno schermo televisivo, al fondo prive di importanza. Oggi la Francia va inserita tra gli oltre 60 Stati in cui sono attualmente in corso delle guerre: in tutti questi luoghi la gente ogni giorno muore, piange i propri cari morti, ha paura e vive nel terrore di venire colpita.
Occorre per prima cosa promuovere la pace. Dobbiamo avere il coraggio di dire che l’ignoranza di chi oggi grida ad altra violenza, riempiendosi la bocca di affermazioni in cui la loro cristianità è la vera negazione del cristianesimo, è complice della morte delle vittime di Parigi; dobbiamo avere il coraggio di indicare per nome quelle persone che fanno di ogni strage e della sofferenza altrui un’arma per il proprio tornaconto e isolarli nella loro ignoranza e nella loro violenza. I vari Salvini e Belpietro devono essere considerati complici di questa strage, poiché con la loro arrogante ignoranza non fanno che perpetrare una spirale di violenza che oggi mostra il suo impeto anche nelle immagini provenienti da Parigi. Come pure dobbiamo avere il coraggio di denunciare chi alimenta il mercato delle armi, armi prodotte e commercializzate e da quei Paesi occidentali che oggi sono colpiti.
Da molti anni ormai, Pane Pace Lavoro si oppone alla follia della guerra in tutte le sue forme; sempre ci siamo dichiarati contrari alla guerra in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e in ogni altra parte del pianeta, denunciando che, con menzogne religiose e con inventate notizie di armi di distruzione di massa, si voleva nascondere una guerra per il petrolio o per altri interessi, e che questo avrebbe scoperchiato, prima o poi, un vaso di Pandora senza precedenti. Il mondo è oggi percosso dalla violenza perché prima è stato educato sulla menzogna: il potere ha bisogno della menzogna per nascondere i suoi veri intenti, ha bisogno della menzogna perché vive del consenso; per il potere, quindi, la verità è nefasta e pericolosa.
Oggi, davanti a questa guerra subdola e senza fronti precisi, ci rivolgiamo ai potenti affinché interrompano bombardamenti distruttivi, affinché si portino avanti politiche di pace, rinunciando alla sete di potere che per anni ha dettato le politiche internazionali dei nostri Paesi. Chiediamo ai governanti che smettano di alimentare le ingiustizie, e chiediamo a ognuno di noi di unirsi e alzare la voce per fermare una spirale d’odio che provoca, ogni giorno, moltissime vittime.
Solo screditando un potere che ci vuole divisi e nemici, potremo renderci conto che il mio bisogno di pace è lo stesso che alberga nel cuore dell’altra persona, di qualsiasi nazionalità essa sia.
Pane Pace Lavoro, 15 novembre 2015

giovedì 19 novembre 2015

Fermare la guerra (parte quarta)

"Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l'aere sanza stelle,
per ch'io al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d'ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle"
Dante Inferno III 22-27


mercoledì 18 novembre 2015

Non ho nessun problema a dirti...

Non ho nessun problema a dirti (ora che la vicenda è conclusa) che non eri proprio così importante nell’iniziare la guerra come sembri ritenere. Non capisci che Troia andava distrutta? Non potevamo continuare ad averla piazzata sul passaggio per l’Eusino, a imporre dazi e ad abbattere navi greche e ad alzare il prezzo del grano. La guerra doveva succedere. (..) Ragazzo mio, abbiamo raccontato loro quella parte di vero della quale potessero interessarsi. Vendicare un rapimento e riottenere la donna più bella del mondo- sono questi i generi di cose che le truppe capiscono e per cui possono combattere. A che sarebbe servito parlare loro del commercio del grano?
C.S. Lewis Racconti. Dieci anni dopo

venerdì 6 novembre 2015

Ma se lo scopo non fosse stato...

"Ma se lo scopo non fosse stato quello di restare in vita ma di restare uomini, che differenza avrebbe fatto, alla fine dei conti? Non avrebbero potuto alterare i sentimenti: a questo riguardo non ci si poteva nemmeno alterare da se stessi, anche se si fosse voluto. Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi particolari, tutto quello che s'era fatto, s'era detto e s'era pensato; ma l'intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un mistero anche per chi lo possiede, restava impenterabile."
 George Orwell,1984

giovedì 5 novembre 2015

Buon cinque novembre

"Perchè si doveva sentire che tutto quell'ordine di cose era insopportabile se non perchè si aveva una qualche specie di memoria atavica che le cose, un tempo, erano state differenti?"
George Orwell,1984

mercoledì 4 novembre 2015

Gli è offizio di uomo buono....

"Gli è offizio di uomo buono, quel bene che per la malignità de’ tempi e della fortuna tu non hai potuto operare, insegnarlo ad altri, acciocchè, sendone molti capaci, alcuno di quelli, più amato dal Cielo, possa operarlo."
N. Machiavelli. Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio. Libro secondo.

 

martedì 3 novembre 2015

Se io voglio fare guerra con uno principe...

"Se io voglio fare guerra con uno principe, ed infra noi siano fermi capitoli per uno gran tempo osservati, con altra giustificazione e con altro colore assalterò io uno suo amico che lui proprio; sappiendo, massime, che, nello assaltare lo amico, o ei si risentirà, ed io avrò lo intento mio di farli guerra, o, non si risentendo, si scoprirà la debolezza o la infidelità sua, di non difendere uno suo raccomandato. E l’una e l’altra di queste cose è per torli riputazione, e per fare più facili i disegni miei."
N.Machiavelli Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio. Libro secondo.
 

domenica 25 ottobre 2015

Poi prese dal breviario...

"Poi prese dal breviario la lettera di Armelle e la rilesse. Gli faceva piacere pensare che esisteva al mondo una persona che, se lui fosse morto, avrebbe sentito la sua mancanza."
Bruce Marshall, A ogni uomo un soldo

giovedì 22 ottobre 2015

E' profezia l'amicizia...

L'amicizia è il senso
-significato profondo-
della vita e del pianto e dell'esser soli. Incontrarsi
e andarsene a casa, una sola
è la casa. E' profezia l'amicizia,
significato della origine comune
di noi viventi."
Giovanni Riva, Non ci si è ben capiti

mercoledì 21 ottobre 2015

Il Potere, spiegava a Santina, è degradante...

"Il Potere, spiegava a Santina, è degradante per chi lo subisce, per chi lo esercita e per chi lo amministra! Il Potere è la lebbra del mondo!"
Elsa Morante, La Storia

venerdì 9 ottobre 2015

Fermare la guerra (parte terza)

"Che farà l’Italia? Silenzio completo, impressionante. Indizi di attesa, d’incertezza, di un orientamento verso una neutralità che potrebbe sfociare in bel altra direzione. Arrivano i primi evacuati: stanchezza, disorientamento, sofferenze. E’ la guerra. La maledetta per sempre. ….
L’assurdo è diventato regola. Si è costretti ad assistere senza opinione e senza passione alle cose più nefande….La fede nell’uomo ha di questi colmi, non può avere che questi colmi. Ieri sera ha parlato da Danzica Hitler per non so quante ore. Aprii la radio: una voce infernale. Più nulla di umano. E quel gridare di heil senza convinzione: coro di povera gente, in ruolo di oppressori di popoli. Il terribile di oggi gli è che non vi ha più niente che sembri terribile."
Primo Mazzolari. Diario 4 e 20 settembre 1939

giovedì 8 ottobre 2015

Fermare la guerra (parte seconda)

"Generale, il tuo carro armato è una macchina potente.
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.

Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare."

Bertold Brecht, L'imbianchino e la guerra, Genarale

mercoledì 7 ottobre 2015

Fermare la guerra (parte prima)

“Il senatore statunitense John McCain ha protestato dicendo che i russi non stanno bombardando le postazioni dello Stato Islamico, ma piuttosto i ribelli anti-Assad addestrati dalla Cia. Io trovo inquietanti queste parole. Rappresentano un'ammissione spudorata del fatto che dietro alla guerra ad Assad c'è anche la Cia, e che si tratta di un conflitto etero-diretto da circoli di potere lontani dalla Siria e dai loro alleati nella regione mediorientale”. Così l'Arcivescovo siriano Jacques Behnan Hindo, alla guida dell'Arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi, commenta con l'Agenzia Fides alcuni recenti sviluppi del conflitto siriano, segnati dall'intervento diretto delle forze militari russe contro le postazioni delle milizie jihadiste.
La propaganda occidentale” sottolinea l'Arcivescovo Hindo “continua a parlare di ribelli moderati, che non esistono: nella galassia dei gruppi armati, quelli dell'Esercito Siriano Libero li trovi solo se li cerchi con la lente d'ingrandimento. Tutte le altre sigle, a parte lo Stato Islamico (Daesh), sono confluite o sono state fagocitate di fatto dal Fronte al-Nusra, che è il braccio militare di al-Qaida in Siria”. A giudizio dell'Arcivescovo siro-cattolico, “c'è qualcosa di veramente inquietante in tutto questo: c'è una superpotenza che a 14 anni dall’11 settembre protesta perchè i russi colpiscono le milizie di al-Qaeda in Siria. Che vuol dire? Che adesso al-Qaida è un alleato degli Usa, solo perchè in Siria ha un altro nome? Ma disprezzano davvero così tanto la nostra intelligenza e la nostra memoria?
Nel colloquio con Fides, l'Arcivescovo Hindo ripete che “a decidere se e quando Assad dovrà andare via, saremo noi siriani, e non il Daesh o l'Occidente. Ed è certo che se Assad va via adesso, la Siria diventerà come la Libia”. L'Arcivescovo siriano lancia anche un allarme: “Ci giungono notizie tremende dalla città di Deir el Zor, assediata dal Daesh da molto tempo. I viveri non possono arrivare in città, non hanno più cibo, e la popolazione sta letteralmente morendo di fame. Occorre fare subito qualcosa, prima che sia troppo tardi”.
 
Agenzia Fides 2/10/2015

lunedì 5 ottobre 2015

O dark dark dark

O dark dark dark. They all go into the dark,
The vacant interstellar spaces, the vacant into the vacant,
The captains, merchant bankers, eminent men of letters,
The generous patrons of art, the statesmen and the rulers,
Distingushed civil servants, chairmen of many committees,
Industrial lords and petty contractors, all go into the dark,
And dark the Sun and Moon, and the Almanach de Gotha
And the Stock Exchange Gazette, the Directory of Directors,
And cold the sense and lost the motive of action.
And we all go with them, into the silent funeral,
Nobody’s funeral, for there is no one to bury.
I said to my soul, be still, and let the dark come upon you
Which shall be the darkness of God. As, in a theatre,
The lights are extinguished, for the scene to be changed
With a hollow rumble of wings, with a movement of darkness on darkness,
And we know that the hills and the trees, the distant panorama
And the bold imposing façade are all being rolled away-
Or as, when an underground train, in the tube, stops too long between stations
And the conversation rises and slowly fades into silence
And you see behind every face the mental emptiness deepen
Leaving only the growing terror of nothing to think about;
Or when, under ether, the mind is conscious but conscious of nothing-
I said to my soul, be still, and wait without hope
For hope would be hope for the wrong thing; wait without love
For love would be love of the wrong thing; there is yet faith
But the faith and the love and the hope are all in the waiting.
Wait without thought, for you are not ready for thought:
So the darkness shall be the light, and the stillness the dancing.
Whisper of running streams, and winter lightning.
The wild thyme unseen and the wild strawberry,
The laughter in the garden, echoed ecstasy
Not lost, but requiring, pointing to the agony
Of death and birth.

You say I am repeating
Something I have said before. I shall say it again.
Shall I say it again? In order to arrive there,
To arrive where you are, to get from where you are not,
You must go by a way wherein there is no ecstasy.
In order to arrive at what you do not know
You must go by a way which is the way of ignorance.
In order to possess what you do not possess
You must go by the way of dispossession.
In order to arrive at what you are not
You must go through the way in which you are not.
And what you do not know is the only thing you know
And what you own is what you do not own
And where you are is where you are not.
Thomas S. Eliot, East Coker III, «Four Quartets» 







venerdì 2 ottobre 2015

Essendo l'uomo...

"Essendo l'uomo uno spirito che anima la carne, la sua natura è, nella sua essenza, natura progressiva."
Jacques Maritain, religione e cultura

giovedì 1 ottobre 2015

Per quanto l'uomo e il suo mondo...

Per quanto l'uomo e il suo mondo possano sembrare in rovina, per quanto la disperazione umana possa diventare terribile, finchè continua ad essere un uomo, la sua stessa umanità seguita a dirgli che la vita ha un significato. Ed è proprio questa una delle ragioni per cui l'uomo tende a ribellarsi contro se stesso.
La nostra vita, sia come individui che come appartenenti a una razza inquieta e in lotta continua, ci dimostra chiaramente che deve avere un significato, di cui però una parte ancora ci sfugge. Eppure scoprire questo significato e vivere in conformità ad esso è il nostro compito nella vita. Abbiamo quindi qualche cosa per cui vivere. Il processo vitale dell'esistenza, del crescere, del divenire qualcuno è precisamente la consapevolezza gradualmente cosciente di ciò che sia questo "qualche cosa".
Thomas Merton. Nessun uomo è un'isola.

domenica 27 settembre 2015

L'arte della necessità...

"Come stai figlio mio? Hai freddo? Anch'io ho freddo. Dov'è questo pagliaio, amico? L'arte della necessità è strana: essa rende preziose le cose vili."
William Shakespeare, Re Lear, Atto III Scena II

sabato 26 settembre 2015

Dov’è quel ragazzo...

Dov’è quel ragazzo, il mio ragazzo –
in che remota parte del mondo è finito?
Il ragazzo che a scuola ho amato più di tutti? –
Io, la maestra, la zitella, il vergine cuore,
che li sentiva tutti come figli propri.
Lo conoscevo davvero il mio ragazzo,
quando lo giudicavo uno spirito ardente,
attivo, mai appagato?
Oh ragazzo, ragazzo, per cui ho pregato, pregato
in molte ore di veglia la notte,
ricordi la lettera che ti ho scritto sulla bellezza dell’amore di Cristo?
Sia che tu l’abbia capita o no, mio ragazzo,
dovunque tu sia
opera per la salvezza dell’anima tua,
che tutto il fango, tutte le scorie
possano fondersi nel fuoco che c’è in te,
finché il fuoco non sia altro che luce!…
Nient’altro che luce!
E.Lee Masters, Emily Sparks, Antologia di Spoon River

venerdì 25 settembre 2015

Ho lavorato abbastanza?

"Ho lavorato abbastanza? Ho mangiato abbastanza? Ho amato abbastanza?". Tutte queste, naturalmente, sono le fondamenta della più grande maledizione dell'uomo, e forse della sua più grande gloria. "Che cosa ha significato la mia vita finora, e che cosa può significare nel tempo che mi resta?" E ora si arriva alla perfida freccia avvelenata: "Che cosa ho fatto di buono da scrivere nel Gran Libro? Che cosa valgo?". E questa non è né vanità né ambizione. Gli uomini sembrano nati con un debito che non riescono mai a pagare, per quanto ci diano sotto. Il debito cresce sempre davanti al loro occhi. L'uomo deve qualcosa all'uomo. Se egli ignora il suo debito, questo lo avvelena, e se lui cerca di far pagamenti il debito non fa che crescere, e la qualità del dono che l'uomo fa è la sua più vera misura."
John Steinbeck, Quel fantastico Giovedì

giovedì 24 settembre 2015

Alla domanda del giovane...

"Alla domanda del giovane, alla domanda del vecchio, a quella della donna, a quella di chi è cristiano e di chi non lo sa, a quella di chi ha potere e di chi è povero. E' la domanda radicale, cioè la domanda religiosa: quella che chiede il senso della vita, vivendo."
Ettore Albèri, 
Notizia in Barabba di Lagerkvist, edizione Città Armoniosa 1978

giovedì 30 luglio 2015

Buone vacanze!

"I miracoli sono un'altra cosa. Il fatto è che l'uomo non sceglie lui la strada che deve scegliere. Insomma, tu scegli se starci o no a quello che tu non hai scelto e che, perciò, non avendolo scelto tu, è un miracolo."
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

sabato 25 luglio 2015

Tonalestate 2015 Fiat voluntas mea il delirio d'onnipotenza


"Sorse allora Prometeo, e diede a Giove
la saggezza ch'è forza, a un patto solo:
che l'uomo libero fosse; e dell'immenso
del ciel dominio l'investí. Ma fede
non osservar, non ricambiare affetti,
calpestar leggi, onnipotente farsi
ma senza amici, è questo il regno; e Giove
regna or davvero. Indi penuria, affanno
e lotte e morbi e morte atra, non mai
conosciuta da pria, piombaro
sulla stirpe dell'uomo. Intempestive
furie di foco e ruinar di ghiacci
incàlzaro ai montani antri le affrante
disrtate tribù; morser gli acuti
bisogni i cori derelitti; insane
ardenze e tenebrosi idoli e larve
d'un ben senza soggetto in mutua guerra
travagliaron le bieche anime e i covi
ospitali eccheggiar d'ire e di stragi."
Percy Bysshe Shelley, Prometeo liberato



venerdì 24 luglio 2015

Tonalestate 2014 bruta facta non riguarda né il cielo né la terra

La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.
Eugenio Montale, La storia


giovedì 23 luglio 2015

Tonalestate 2013 imbroglio segni, linguaggi, significato

 
Vuoi dunque conoscere
Quale sia il mio nome glorioso, oh Ciclope?
Ebben l’avrai. Ma in cambio concedi
Il tuo or ora promesso dono ospitale.
Il mio nome è Nessuno .
Nessuno mi chiamano madre e padre e tutti i compagni”.
Quel suo cuore spietato allor subito rispose:
“Sarà dunque Nessuno
Quel ch’io divorerò per ultimo, dopo i compagni.
Sia questo per te il mio dono ospitale”.
Così disse. E s’arrovesciò, cadendo supino”.
Omero, Odissea, libro IX

mercoledì 22 luglio 2015

domenica 19 luglio 2015

Tonaleste 2011 auri sacra fames

“Prima di tutto, vennero a prendere gli zingari;
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi, vennero a prendere gli ebrei;
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi, vennero a prendere gli omosessuali;
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi, vennero a prendere i comunisti;
e non dissi nulla, perché non ero comunista.
Un giorno, vennero a prendere me;
e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Bertold Brecht, Berlino, 1932


sabato 18 luglio 2015

Tonalestate 2010 liberté. Egalité, FRATERNITÈ

“Erano tempi di grande ed entusiasmante eccitazione; il Paese era in fermento: c’era la guerra e, in ogni cuore, ardeva il fuoco sacro del patriottismo… E venne la domenica mattina (il giorno dopo, i battaglioni sarebbero partiti per il fronte): la chiesa era gremita di gente e i volontari erano lì… Poi fu il turno della preghiera… Con le palpebre chiuse, il pastore concluse con queste parole: “proteggi i nostri soldati, concedici la vittoria, Signore nostro Dio”… Credete che sia una preghiera sola? No, sono due: una espressa e l’altra non espressa… Riflettete su questo nella vostra mente, affinché non vi capiti di implorare una benedizione per voi e, allo stesso tempo, senza volerlo, invochiate una maledizione sul vostro vicino… E, nel momento in cui avete pregato per la vittoria, avete pregato anche per molti effetti, non detti, che accompagnano la guerra…Ed ecco la parte non espressa della preghiera: “O Signore e Padre nostro, i nostri giovani vanno in battaglia per colpire il nemico. O Signore Dio nostro, aiutaci a straziare, con i nostri proiettili, i soldati nemici in sanguinanti brandelli; aiutaci a ricoprire i loro campi ridenti con le esanimi forme dei loro corpi morti; aiutaci ad affogare il tuono dei cannoni nelle grida dei loro feriti che si contorcono nel dolore; aiutaci a devastare le loro umili case con un uragano di fuoco; aiutaci a straziare il cuore delle loro vedove innocenti con inconsolabili pene, a scacciarle dai loro tetti insieme ai figlioletti e a farle vagare tra gente ostile nella desolazione, rivestite di stracci, sofferenti fame e sete, zimbello dell’infuocato sole estivo e dei gelidi inverni invernali, disperate, affrante, esauste e imploranti di ottenere da Te il rifugio della tomba, rifugio che Tu negherai. Per noi che Ti adoriamo, o Signore, annienta le loro speranze e distruggi le loro vite; protrai il più possibile il loro amaro pellegrinaggio, fa’ pesanti i loro passi, bagna il loro cammino con le loro lacrime, macchia la neve bianca con il sangue dei loro piedi piagati! Questo noi chiediamo, in nome dell’amore, a Colui che è la fonte dell’Amore e che è sempre il fedele rifugio e l’amico leale di quanti sono sopraffatti dall’angoscia e chiedono il Suo aiuto con cuore umile e contrito. Amen
Mark Twain, The War Prayer, 1904-1905, satira pubblicata postuma nel 1923

venerdì 17 luglio 2015

Tonalestate 2009 Come l’uom s’etterna

Perché giace una creatura nel fondo delle tenebre
E invoca qualcosa che non esiste?
Perché così avviene?
Non esiste nessuno che ode la voce invocante nelle tenebre,
Ma perché la voce esiste?”
Par Lagerkvist, Se credi in dio e non esiste un dio, “Paese della sera”




giovedì 16 luglio 2015

Tonalestate 2008 pape satàn pape satàn aleppe

“L’umiltà è
un costante pulsare
di servizievolità
verso tutte le cose:
le belle e le brutte,
le buone e le cattive,
le vive e le morte”
Max Scheler, la crisi dei valori


mercoledì 15 luglio 2015

Tonalestate 2007 Quest'atomo opaco del male


“spesso il male di vivere ho incontrato
Era il rivo strozzato che gorgoglia
Era l’incartocciarsi della foglia
Riarsa,era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
Che schiude la divina indifferenza
Era la statua della sonnolenza
Del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato”.
Eugenio Montale, ossi di seppia 


lunedì 13 luglio 2015

La verità sull'uomo è al tempo stesso verità sulle comunità...

La verità sull'uomo è al tempo stesso verità sulle comunità nella quali la vita dell'uomo cresce e si espande, e fuori dalle quali essa inaridisce e muore. L'invito è a proiettarsi verso un futuro: il nostro "non è il tempo della semplice conservazione dell'esistente ma della missione".
Giuliano Romani, uniti in un'azione sociale- 
Il VerDetto, Anno III Nuova Serie N.5 Luglio Agosto 1996




domenica 12 luglio 2015

Tonalestate 2006 Ni dieux ni maîtres


"La terra allora sarà diventata piccola e su di essa andrà saltellando l’ultimo uomo, colui che renderà tutto piccino. La sua schiatta è indistruttibile come la pulce di terra; l’ultimo uomo campa più a lungo di tutti. “Noi abbiamo inventato la felicità” dicono gli ultimi uomini (e ammiccano). Hanno abbandonato le regioni dove la vita era dura, perché c’è bisogno di calore; si ama ancora il vicino e ci si strofina a lui, perché c’è bisogno di calore. Ammalarsi ed essere diffidenti è per essi una colpa: c’è da essere guardinghi su dove si mettono i piedi. Pazzo chi ancora incespica sulle pietre o negli uomini! Ogni tanto, un po’ di veleno qui, un po’ di veleno là: esso fa sognare gradevolmente. E, alla fine, molto veleno, per gradevolmente morire. Si lavora ancora, poiché il lavoro è un modo di passare il tempo; ma si cerca di fare in maniera che questo svago non affatichi troppo. Non si diventa più né poveri né ricchi: entrambe le situazioni sono troppo impegnative. Chi vuole ancora dominare? Chi vuole ancora obbedire? L’una e l’altra cosa sono troppo impegnative. Nessun pastore e un solo gregge! Tutti vogliono la medesima cosa, ognuno è uguale; chi dissente va diritto al manicomio. “In altri tempi tutti erano pazzi” dicono i più raffinati (e ammiccano); “oggi si è saggi e si sa tutto ciò che è accaduto”: così, non si finisce mai di sorridere. C’è ancora chi s’arrabbia; ma si rappacifica presto, per non sciuparsi lo stomaco. Si possiedono la piccola gioiuzza per il giorno e il piccolo piaceruzzo per la notte: ma sempre badando alla salute. “Noi abbiamo inventato la felicità” dicono gli ultimi uomini (e ammiccano). 
Friederich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, prologo 5 


sabato 11 luglio 2015

Tonalestate 2005 Per un principio superiore


"si vede, per esempio nè nostri tempi, quelli principi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto e che hanno saputo con l'astuzia aggirare è cervelli degli uomini."
Nicolò Macchiavelli, Il Principe XVIII


venerdì 10 luglio 2015

martedì 7 luglio 2015

Tonalestate 2001 odissea nell'umano

“Itaca ti ha dato il bel viaggio.
Senza lei, mai ti saresti messo
Nel viaggio: Cos’altro aspetti?”
Costantino Kavafis, Itaca


domenica 5 luglio 2015

La scuola di Atene - Pane Pace Lavoro


La scuola di Atene

Siamo oggi all’alba della giornata che vedrà i cittadini greci essere chiamati a esprimere il loro parere riguardo all’accettazione del piano proposto alla Grecia dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale all’Eurogruppo del 25 giugno 2015. In questa giornata, Pane Pace Lavoro desidera incoraggiare l’azione di quanti, in queste settimane, hanno sostenuto, in primo luogo, la meritevole scelta di affidare a uno dei mezzi propri della democrazia (il referendum) la difficile decisione della risposta a uno dei più grossi attacchi politici alla democrazia; e, in secondo luogo, desideriamo appoggiare quanti stanno sostenendo il “no” come risposta al tentativo di imporre il modello economico come unico metro di giudizio della politica.

Confusione e strumentalizzazione.
Bisogna certamente ammettere che sulla situazione greca c’è molta confusione, sia rispetto al contesto nel quale si inserisce il referendum, sia sul referendum in quanto tale (molte persone qui da noi, ad esempio, credono ancora che il referendum riguardi la possibilità o meno di rimanere nell’Eurozona). Questa confusione è certamente alimentata dalla stampa e dagli schiamazzi politici di quanti cercano di trarre anche da questa crisi un vantaggio personale, schierandosi populisticamente per il “no” (indipendentemente dal suo contenuto) o tentando di far passare il popolo greco come una sorta di parassita economico che debba essere quanto prima estirpato dall’Europa. Non illudiamoci perciò sul futuro: anche l’esito del voto sarà strumentalizzato, poiché, sempre più spesso, ciò che muove un giudizio non è un criterio superiore (qualcuno direbbe una morale), ma l’analisi sui propri personali tornaconti. Bisognerà allora di nuovo vagliare tutte le dichiarazioni che verranno fatte una volta concluso il voto, per poter discernere quelle posizioni il cui scopo sia veramente di sostenere il popolo greco e la democrazia.

Questione politica.
Ciò che si sta oggi svolgendo in Grecia non è certo solamente una questione di amministrazione del debito, ma un vero e proprio attacco politico alla società democratica, per imporre un modello autoritario in cui la sovranità è detenuta dalla finanza. Lo scopo dell’azione della “Troika” (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) appare sempre più pretestuosa dal punto di vista economico e sempre più un attacco al modello sociale europeo, per imporne uno nuovo in cui ai singoli Stati (ovvero alle persone di quegli Stati) viene negata la sovranità, che viene esercitata invece da quanti rappresentano i creditori dello Stato.
Questo è il punto cruciale. La nuova Europa non ammette altri sovrani se non se stessa; per questo la risposta di Tsipras appare così perfettamente politica, perché ridà al popolo il proprio potere, ridà al popolo quella dignità che la Troika vorrebbe togliergli: la possibilità dell’esercizio della propria autonomia. Il popolo greco è chiamato oggi a rispondere a un quesito fondamentale che non si basa sul dover scegliere tra la schiavitù del mercato da una parte e la regressione dall’altra, ma sulla questione fondamentale: se vi sia in Europa ancora posto per la politica democratica. Si tratta di dignità, si tratta del rifiuto di qualsiasi potere imposto.
Alla fine degli anni ’90 durante una conferenza sulla società e sulla politica il professor Giovanni Riva disse “né un potere pubblico, né lo Stato, né alcuna società devono distruggere lo spazio necessario alla coscienza e alla libertà (…) e un’azione politica (o un movimento politico o un partito politico) che non agisse per difendere e promuovere la creatività sociale contribuirebbe all’affermazione di un prepotente Stato, funzionale ai programmi di chi detiene il potere: l’idolatria cortigiana dello stato.”
Queste parole spiegano perché la nostra azione politica oggi non può che passare per la Grecia; dimostrano che la stessa domanda referendaria è posta anche a noi italiani e dovremmo anche noi avere il coraggio di voltare le spalle alle cosiddette politiche economiche e rivolgere lo sguardo all’uomo e alla “vera”, importantissima politica.

Pane Pace Lavoro, 4 luglio 2015

sabato 4 luglio 2015

Siamo tutti greci 2\2 + 300 di questi post

"Quelli che portano via la carne dalle tavole
insegnano ad accontentarsi.
Coloro ai quali il dono è destinato
esigono spirito di sacrificio.
I ben pasciuti parlano agli affamati
dei grandi tempi che verranno.
Quelli che portano all'abisso la nazione
affermano che governare è troppo difficile
per l'uomo qualsiasi."
Bertolt Brecht, A Potsdam sotto le querce


Mentre il mondo va a cambiare
lasciatemi un poco ringraziare.

E' questo di oggi il post trecento
come spartani in movimento,
contro la tv, i social e il pettegolezzo
abbiamo voluto un poco coprir il lezzo.

Trecento per noi è importante
perchè a una conversazione a tre apre le ante,
chi volesse con tre frasi dello stesso tema,
ma con differente patema,
aprir l'evento
può con noi oggi farne cento

Ringraziamo chi ha dato l'occasione,
di portare a una decisione,
Ringraziamo il compagno mai tranquillo
che ci sprona a non abbandonar il cavillo,
ringraziamo chi in questa via
ci ha messo in compagnia

e col De Petro lasciateci rammentare
"Dipendere: è già ragionare" 
Dante Bene 3 luglio 2015

venerdì 3 luglio 2015

Siamo tutti greci 1\2

"Mentre noi giravamo con le schede
loro intanto chiudevano le fabbriche,
quando noi dormivamo davanti all'ufficio dei sussidi,
loro dormivano in pace.
Sentivamo parole come queste:
Tenetevi calmi! State in attesa!
Quanto è più grande la crisi
tanto più grande sarà la ripresa!
E io dicevo ai miei compagni:
così parla il nemico di classe!
Quando parla di epoca buona
è della sua che intende parlare"
Bertolt Brecht, La canzone del nemico di classe


mercoledì 1 luglio 2015

Qua si può ballare...

"Qua si può ballare con una ragazza bella della quale non ti importa niente,
per ingelosirne una brutta della quale invece ti importa..."
Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini


martedì 30 giugno 2015

Ora che ho visto cos'è guerra...

"Ora che ho visto cos'è guerra, cos'è guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: "E dei caduti che facciamo? Perchè sono morti? Io non saprei cosa rispondere. Non adesso almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero."
Cesare Pavese, La casa in collina

lunedì 29 giugno 2015

Per un penetrabilissimo decreto dello zar

"A che serve, Lidia Antonova, il timor di Dio? Dovrebbe piuttosto aver timore di Vera Stepanovna. Allo stesso modo che io non ho perso mio figlio Pavel per un impenetrabile disegno di Dio, ma per un penetrabilissimo decreto dello zar, così Vera Stepanovna l'ha gettata sulla strada, perchè un uomo, che abita in una villa e che non ha in sé niente di divino, l'ha licenziata dal lavoro."
Bertolt Brecht, La Madre

domenica 28 giugno 2015

In un mondo che assomiglia a un cantiere...

"In un mondo che assomiglia a un cantiere tanto quanto a un campo di rovine , si tratta di edificare una casa dove degli uomini venuti da ogni parte possano vivere insieme. Ma è' tempo di partire alla ricerca dei materiali." 
Cesbron, Quello in cui credo

sabato 27 giugno 2015

Héros? Peut-on leur donner ce nom?

« Héros? Peut-on leur donner ce nom? Ils n’ont rien entrepris de sublime, n’exigeant qu’un droit élémentaire, celui de vivre, librement, dans monde qui soit humain. La vraie grandeur est sans doute dans cet obscur combat où, privés de l’enthousiasme des foules, quelques individus, mettant leur vie en jeu, défendent, absolument seuls, une cause autour d’eux méprisée. Ils luttent, avec un humble héroïsme, pour ce qui est modeste, très quotidien, mais non point sans valeur ; et dans le même moment, des despotes habiles sont acclamés sur l’estrade publique, qui ne promettent, sous prétexte de puissance, qu’une gloire honteuse et la misère. » 
Inge Scholl, La rose blanche 

venerdì 26 giugno 2015

Ed è vero che l'uomo...

"Ed è vero che l'uomo sta al mondo soltanto per questo: imparare. Imparare ad amare, forse. E senza forse."
Antonio De Petro Dies irae

lunedì 8 giugno 2015

Essi non sono i fatali e predestinati rappresentanti del Male...

Essi non sono i fatali e predestinati rappresentanti del Male: Non sono nati per essere fascisti. Nessuno - quando sono diventati adolescenti e sono stati in grado di scegliere, secondo quali ragioni e necessità - ha posto loro razzisticamente il marchio di fascisti. E' un'atroce forma di disperazione e nevrosi che spinge un giovane a una simile scelta; e forse sarebbe bastata una sola piccola diversa esperienza nella sua vita, un solo semplice incontro, perchè il suo destino fosse diverso."
Pier Paolo Pasolini, 
8 luglio 1974, Limitatezza della storia e immensità del mondo contadino 
(Paese Sera "lettera aperta a Italo Calvino), 
da Scritti corsari