sabato 28 marzo 2015

Amo il popolo, ma non d'un amore cieco...

"Amo il popolo ma non d'un amore cieco. Anch'io vengo dal popolo e lo conosco bene. Esso può essere facilmente ingannato, eccitato, illuso. Vi siete chiesti chi abbia informato questa folla della mia decisione? In quali termini? Chi ha dato ordine di deviare la processione di Santa Lucia dal suo corso tradizionale e di portarla sotto le mie finestre? No, non è vero che la voce del popolo sia sempre la voce di Dio. Non dimenticate che fu il popolo a chiedere la liberazione di Barabba e la crocefissione di Cristo. Che ne può sapere il popolo del terribile esame di coscienza che ho dovuto affrontare nei giorni scorsi? Bisogna amare il popolo, ma nessuno schiamazzo di folla deve mai prevalere sulla voce della coscienza."
Ignazio Silone, L'avventura di un povero cristiano

venerdì 27 marzo 2015

E' una vecchia sapienza...

"E' una vecchia sapienza, ma fa piacere averla riscoperta. Credi solo all'attaccamento che costa sacrificio: tutto l'altro è, nel migliore dei casi, retorica.
Del resto Cristo - il nostro divino modello - non pretendeva meno dagli uomini.
Da chi non è pronto -  non dico a sacrificarti il suo sangue, che è cosa fulminea e facile - ma a legarsi a te per tutta la vita (rinnovare cioè ad ogni giornata la dedizione) - non dovresti accettare neanche una sigaretta."
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere - 11 giugno 1938

giovedì 26 marzo 2015

Quando le persone cambiano direzione...

"Quando le persone cambiano direzione è difficile che uno per la prima metà del suo viaggio non seguiti a guardarsi continuamente dietro."
John Steinbeck, Quel fantastico giovedì

mercoledì 25 marzo 2015

Ah! come colmarlo, questo abisso della vita?

"Ah! Come colmarlo questo abisso della vita? Che fare? Perchè il desiderio è sempre lì, più forte, più folle che mai. E' come un incendio marino che avventi la sua fiamma nel più profondo del nero nulla universale! E' un desiderio di abbracciare le infinite possibilità! Ah, signori! Che facciamo mai qui? Cosa guadagnamo? Ahimè! Com'è breve questa vita per la scienza!"
Oscar Vladislas  de Milosz, Miguel Mañara

martedì 24 marzo 2015

L'avvicinamento alla miseria...

"L' avvicinamento alla miseria è un appello sempre più pressante a combatterla. In questo senso la povertà è testimonianza. Solo se un ministro ha avvicinato molti operai in sciopero o disoccupati può capire che cosa sono lo sciopero, o la disoccupazione."
Giorgio La Pira, Scritti vicenziani

lunedì 23 marzo 2015

Invito!

"Io penso che ogni uomo che abbia oltrepassato la metà della vita, qualunque sia l'ufficio o il mestiere da lui esercitato, dovrebbe dire a voce bassa, davanti a qualche amico, quanto ha ricevuto dai suoi maestri e quanto la sua esperienza gli ha permesso di aggiungervi. Dovrebbe confidare le sue riflessioni sul proprio lavoro per far partecipare gli altri, nel limite del possibile, alle sue opere."
Jean Guitton, Imparare per un progetto

domenica 22 marzo 2015

La disperazione è un sentimento individualista....

"La disperazione è un sentimento individualista. I gruppi conoscono la collera e lo scoraggiamento, non sono mai disperati. La disperazione ripete in ogni senso il gesto che isola, rifiuta e respinge. E' una voluttà di negazione, nasce dal vuoto e lo crea. Il tragico invece nasce da una profusione. L'uomo che si ripiega su se stesso sprofonda nella disperazione, per una perdita indefinita di sostanza. L'uomo che si impegna si arricchisce di una virtù tragica, perchè il mondo in cui si impegna è un mondo frantumato, in cui le parti si urtano vicendevolmente e i gesti si straziano. Per quanto dolorosa sia l'esperienza della tragedia, è un'esperienza piena, e nella sua pienezza sanguinante contiene la speranza e i primi preludi di una riconciliazione finale. "
Emmanuel Mounier, L'Avventura cristiana

mercoledì 18 marzo 2015

Sous l'histoire...

Sous l'histoire, la mémoire et l'oubli.
Sous la mémoire et l'oubli, la vie.
Mais écrire la vie est une autre histoire.
Inachèvement.

Paul Ricœur, La mémoire, l'histoire, l'oubli

lunedì 16 marzo 2015

La promessa della nostra compagnia...

"La promessa della nostra compagnia. La nostra compagnia è il segno fisico della Sua. 
Questo miracolo voi rappresentate oggi.
La compagnia tra voi e di voi con altre famiglie è segno di un'umanità nuova. La fede è un popolo che genera, non è qualcosa che rimane astratto nell'anima, né un elemento di paura per l'oltreterreno; è una realtà che corre e manipola e foggia in un modo nuovo questo mondo, lo foggia più umanamente, più umanamente essa lo conduce. Allora, questa compagnia (che dovrà essere, poi, compagnia con tutti gli amici con i quali avete fatto il cammino finora) sarà compagnia anche con tutti quelli che si aggiungeranno, perchè a un certo punto l'uomo (anche se passa periodi di smarrimento e di sconoscenza, anche se si lascia diventare schiavo della propaganda e della cecità altrui, anche se si lascia strumentalizzare, non è per sempre), a un certo punto, il cuore dell'uomo e la natura troveranno molti amici che si aggiungeranno al vostro cammino e voi avete la responsabilità di stare a capo di questa lunga schiera."
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine 

giovedì 12 marzo 2015

In realtà ci siamo comportati coi fascisti...

« En vérité, nous avons eu une attitude fasciste envers les fascistes (je parle surtout des jeunes) : nous avons hâtivement et impitoyablement voulu croire qu'ils étaient prédestinés à être fascistes par leur race et que, face à cette détermination de leur destin, il n'y avait rien à faire. Et ne nous le dissimulons pas : nous savions tous, dans notre vraie conscience, que quand l'un de ces jeunes décidait d'être fasciste, c'était purement fortuit, ce n'était qu'un geste sans motifs et irrationnel ; un seul mot aurait peut-être suffi pour qu'il en allât différemment. Mais jamais aucun d'entre nous n'a parlé avec eux, ou ne leur a parlé. Nous les avons tout de suite acceptés comme d'inévitables représentants du Mal, tandis qu'ils n'étaient sans doute que des adolescents et adolescentes de dix-huit ans qui ne connaissaient rien à rien, et qui se sont jetés la tête la première dans cette horrible aventure par simple désespoir. ».
Pier Paolo Pasolini, Écrits corsaires


"In realtà ci siamo comportati coi fascisti (parlo soprattutto di quelli giovani) razzisticamente: abbiamo cioè frettolosamente e spietatamente voluto credere che essi fossero predestinati razzisticamente a essere fascisti, e di fronte a questa decisione del loro destino non ci fosse niente da fare. E non nascondiamocelo: tutti sapevamo, nella nostra vera coscienza, che quando uno di quei giovani decideva di essere fascista, ciò era puramente casuale, non era che un gesto, immotivato e irrazionale: sarebbe bastata forse una sola parola perché ciò non accadesse. Ma nessuno di noi ha mai parlato con loro o a loro. Li abbiamo subito accettati come rappresentanti inevitabili del Male. E magari erano degli adolescenti e delle adolescenti diciottenni, che non sapevano nulla di nulla, e si sono gettati a capofitto nell’orrenda avventura per semplice disperazione. "
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari 

lunedì 9 marzo 2015

Che cos'è l'uomo più della bestia...

"Che cos' è l'uomo più della bestia, se del suo tempo non fa uso migliore che per mangiare e dormire? Chi ci diede una mente di così gran tratto, capace del passato e del futuro, non ci creò con questi doni, per i quali il pensiero partecipa del divino, perchè da noi si lasciassero muffire in noi senza usarli. Sia letargo bestiale, sia questo vizio di analisi a studiar troppo le cose-pensiero che spaccato in quarti ne ha uno di saggezza e tre di viltà-io davvero non so perchè passo la vita a dire: <<questo è da farsi>> ,quando ho causa, volontà, salute e mezzi per farlo."
William Shakespeare, Amleto Atto III Sc.VIII

sabato 7 marzo 2015

Che vai cercando piccolo uomo?

"Che vai cercando piccolo uomo? E' te stesso che tenti d'identificare? Guardi le piccole cose per evitare le grandi?". E la terza voce, che veniva dal midollo, cantava: "Solo! Solo! Che sugo c'è? A che giova? Il pensiero è l'evasione dal sentimento. Tu non fai che cercar di tamponare la solitudine che sfugge da tutte le parti".
John Steinbeck, Quel fantastico giovedì