venerdì 30 giugno 2017

Ma si fece i compagni...

Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole 
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta.. Sentivano in sé
tanta disperazione da vincere il mondo.
Cesare Pavese, Fumatori di carta



giovedì 29 giugno 2017

Era giunto a Torino

Era giunto a Torino 
un inverno, tra lampi di fabbriche e scorie di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini 
lo accettassero e al mondo ci fosse giustizia.
Cesare Pavese, Fumatori di carta


mercoledì 28 giugno 2017

Imparò a lavorare nelle fabbriche...

Imparò a lavorare nelle fabbriche senza un sorriso. 
Imparò a misurare  sulla propria fatica la fame degli altri, 
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili 
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni 
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi, 
traballanti fantocci sperduti.
Cesare Pavese, Fumatori di carta


lunedì 26 giugno 2017

Li ebbe un tempo i compagni...

Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent' anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. 
Cesare Pavese, Fumatori di carta




sabato 24 giugno 2017

Questi poveri ottoni...

Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.
Cesare Pavese, Fumatori di carta

venerdì 23 giugno 2017

Mi ha condotto a sentir la sua banda...

Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi, 
della pioggia fan si che la luce vien tolta, 
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico 
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce, 
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.
Cesare Pavese, Fumatori di carta




venerdì 16 giugno 2017

Es una llamada a la meditación...

Es una llamada a la meditación para quienes nos inundan con novelas truculentas y sacudidoras, con "seriales" radiofónico dichos con emoción artificial y melosa. El hombre de hoy necesita algo muy distinto; y aunque no sepa qué, al encontrarse con este manso y tierno cuento - sin excitaciones mentirosas y desasosegantes -, con un decir claro que se le adentra en el alma y lo resucita a una vida olvidada, pero querida, reconoce mejor lo que ansiosamente busca.  
Ignacio Ellacuría, Marcelino, pan y vino

mercoledì 14 giugno 2017

¿Qué es lo que oís?

Cuando os ordeno que guardéis silencio, ¿que occurre? Que entonces oís. No hablo del viento, ni del mar, ni de este arroyo fugitivo... ¿Qué es lo que oís?
Paul Claudel, El zapato de raso

martedì 13 giugno 2017

Sólo de la alegría...

Sólo de la alegría puede nacer el sacrificio.
Paul Claudel, El zapato de raso

lunedì 12 giugno 2017

Ella ha encontrado su destino...

Ella ha encontrado su destino, y su destino la ha encontrado a ella. Quien una vez ha visto cómo el destino daba alas a su más íntimo deseo, difícil es que se arranque de él.
Paul Claudel, El zapato de raso