mercoledì 27 giugno 2018

Noi, stranieri in patria

Dopo le ultime elezioni politiche l’Italia sta conoscendo un momento molto preoccupante per la vita politica del Paese. Abbiamo oggi un governo che prima ancora di iniziare il proprio mandato si è presentato al Paese minacciando il Presidente della Repubblica, un governo formato da ex contendenti (5 Stelle e Lega), suggellato da un inedito contratto, nel quale non si intende chi sia il burattino e chi il burattinaio. Tutto questo è stato fatto in nome di un non ben precisato cambiamento, ma va ribadito che il cambiamento non è necessariamente positivo.
Siamo molto preoccupati dei primi passi mossi dal Governo ed in particolar modo dalle azioni e dagli atteggiamenti del Ministro dell’Interno e allora oggi vogliamo dire molto chiaramente e senza troppi giri di parole che noi non ci riconosciamo con questo modo di fare politica, noi non ci riconosciamo con i contenuti di questo governo, noi non ci riconosciamo in questa continua violenza di parole e di azioni che hanno come unico scopo quello di metterci l’uno contro l’altro tra fratelli quali siamo, non ci riconosciamo in un governo che vuole fascisti censimenti etnici, noi in poche parole non ci riconosciamo in questo Governo.
Una particolare caratteristica del nostro popolo, tra le tante sancite anche dalla Costituzione, è l’accoglienza, come quella da sempre fatta alle persone che hanno, per esempio, nella storia anche recente, subito danni da terremoti, inondazioni, qui nel nostro Paese o altrove. Questo movimento popolare, che è sempre esistito, si è dotato anche di strumenti, sempre incoraggiati dalla Costituzione, come Associazioni, Onlus, ONG, ecc. Ha dato vita a alcuni esempi di quei “corpi intermedi” che promuovono nel nostro convivere sociale e politico esperienze di solidarietà.
Ci preoccupa molto che, in nome della nostra sicurezza, si impedisca il soccorso a persone che rischiano la vita nel trasferirsi da altri paesi, nei quali l’unica sicurezza è la morte propria e dei propri cari. Se guardiamo la storia, quanti italiani sono stati migranti, quante persone hanno cercato altrove ciò che qui non era possibile trovare?
Certo, non possiamo ignorare le difficoltà che una così impegnativa convivenza tra persone residenti e persone, spesso in transito, generano. Certo, si verificano confronti tra culture, religioni, modi di essere molto distanti. Ma se si ha desiderio di ascolto, atteggiamento di compassione, se, in una parola, l’altro non è aprioristicamente il nemico, allora cambia il modo, si può fare una politica sull’accoglienza, si può generare un modo di essere più umano.
E non si dica che questo va rigettato come “buonismo”: al contrario, è a partire da un’identità certa che ci si può rapportare positivamente con le altre, salvaguardando i diritti e le aspettative di ognuno. Se, invece, contro l’altro ci viene consentito addirittura di armarci per difenderci, allora siamo davvero su un altro pianeta. Se, sia sul piano nazionale che su quello internazionale, l’Italia limita o addirittura, come sembra, rinuncia a svolgere una funzione di soccorso e aiuto, allora ci troviamo, improvvisamente, in un altro paese. Ci sentiamo noi stessi stranieri in patria.

21 giugno 2018, Pane Pace Lavoro

http://panepacelavoro.com/noi-stranieri-in-patria/

mercoledì 20 giugno 2018

Chi non può o non vuol servire...

Chi non può o non vuol servire è segno che non ha nulla da dare: è infermo, impotente, imperfetto, vuoto. Ma il genio non è quello vero se non trabocca a beneficio degli umili. 
Giovanni Papini, Storia di Cristo

sabato 16 giugno 2018

Il libro, certo...

"Il libro, certo, sembrerà lungo ai lettori moderni, più avvezzi ai biscottini leggeri che ai pani casalinghi d'un chilo, ma i libri, come i giorni, son lunghi o brevi secondo come si riempono."
Giovanni Papini, Storia di Cristo

venerdì 15 giugno 2018

Perfin le bestemmie...

"Perfin le bestemmie sono un involontario ricordo della sua presenza."
Giovanni Papini, Storia di Cristo

mercoledì 13 giugno 2018

L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace

Dobbiamo prepararci ad inserire sempre più l’Italia nella comunità più vasta, che è l’Europa, avviata alla sua unificazione con il Parlamento europeo, che l’anno prossimo sarà eletto a suffragio diretto.
L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, e si colmino i granai sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire.
Sandro Pertini, 9 luglio 1978

martedì 12 giugno 2018

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!

Questo paese è devastato dal dolore...
Ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
non cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.