lunedì 14 giugno 2021

Fatica settimanale (domenica)


 Allora cominceremmo a intuire l'importanza della settimana e quali grandi cose una civiltà dalla grande immaginazione potrebbe fare in una settimana. Se avessimo la capacità creativa di allestire una simile festa settimanale della creazione, non ci interesserebbe andare al cinema.

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

domenica 13 giugno 2021

Fatica settimanale (sabato)


 Dunque, qualunque cosa scegliate di fare, non beffatevi del libro della Genesi. Sarebbe molto meglio per voi, sarebbe molto meglio per tutti noi, se rimanessimo così legati al libro della Genesi da considerare la settimana come una serie di azioni simboliche, che ci ricordano i passi della creazione. Sarebbe molto meglio se ogni lunedì, anziché essere un lunedì nero, fosse un lunedì luminoso, per celebrare la creazione della luce. Sarebbe molto meglio se il martedì, parola che attualmente suona molto scialba, rappresentasse un tripudio di fontane, fiumi e ruscelli scroscianti, perché fu il giorno della creazione delle acque. Sarebbe bello se ogni mercoledì fosse l'occasione di appendere in casa rami verdi e fiori, perché queste cose spuntarono nel terzo giorno della creazione; o se il giovedì fosse consacrato al sole e alla luna e il venerdì consacrato ai pesci e ai polli, e così via. 

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

sabato 12 giugno 2021

Fatica settimanale (venerdì)


 Forse é vero, e un altro modo di esporre la medesima verità é dire che gli uomini moderni hanno completamente perso la gioia di vivere. Devono accontentarsi di miseri sostituti alla gioia di vivere. E anche con questi, pare che riescano a gioire sempre meno. Finché non saremo in grado di far sé che l'uomo comune provi interesse per la vita quotidiana, rimarremo sotto il despotismo volgare di quelli che non sono capaci d'interessarli, ma se non altro li intrattengono. Se non saremo in grado di rendere interessanti per gli uomini l'alba, il pane e i segreti creativi del lavoro, piomberà su tutta la nostra civiltà un affaticamento che é l'unica malattia da cui le civiltà non guariscono. Così morì la grande civiltà pagana: tra cibo e circhi e dimenticanza dei lari domestici.
G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

venerdì 11 giugno 2021

Fatica settimanale (giovedí)


 Se non siamo capaci di riportare gli uomini a godere della vita quotidiana, che i moderni definiscono una vita noiosa, la nostra intera civiltà andrà in rovina nell'arco di quindici anni. Tutte le volte che qualcuno propone delle soluzioni pratiche per risolvere il male economico che attualmente ci stringe, la risposta é sempre che la cosa non funzionerà, perché il popolo continuerà a pensare che la vita sia noiosa. E questo accade perché tutti sono assolutamente ignari di cosa sia la vita. Non conoscono altro che distrazioni dalla vita; sogni, che possono vedere al cinema e che sono brevi momenti di di dimenticanza della vita. 
G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

giovedì 10 giugno 2021

Fatica settimanale (mercoledì)


 Ciò che intende ricordarci questo susseguirsi di settimane, date, domeniche e sabati e antiche ricorrenze rituali é proprio l'enorme importanza della vita quotidiana, per come ogni individuo la vive; per il fatto che riguarda la morte e il giorno e tutta la misteriosa truppa che é l'umanità.

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

mercoledì 9 giugno 2021

Fatica settimanale (martedì)

 


Voglio dirvi qualcosa che é la più difficile da esprimere a parole, qualcosa che é più privato della vita privata. É il fatto che siamo vivi, e che la vita é di gran lunga la cosa più stupefacente di qualsiasi gioia o sofferenza che può capitarci durante la vita. Cos'é davvero successo negli ultimi sette giorni e notti? Per sette volte ci siamo dissolti nel buio, come quando ci dissolveremo nella polvere; il nostro stesso essere, per quanto ne sappiamo, é stato spazzato via dal mondo delle cose viventi, e per sette volte ci siamo risvegliati vivi come Lazzaro, ritrovando tutte le nostre membra e i sensi inalterati allo spuntar del girono. Il semplice fatto del sonno é quasi il perfetto esempio di ciò a cui mi riferisco. É qualcosa di gran lunga più sensazionale di tutti i fatti e le bugie che leggiamo suoi giornali. 

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934


lunedì 7 giugno 2021

Fatica settimanale (lunedì)


Il vero fine di tutta la creazione é il compimento, e il vero fine del compimento é la contemplazione. Dio mi guardi dal mettermi a parlare di teologia in un mondo attualmente tutt'altro che illuminato. Ma perché i moderni hanno mandato alle ortiche anche la maestà della mitologia? Consideriamo pure la storia della Genesi come un mito, ma trattiamolo al modo in cui la gente accultura tutti gli altri miti! Quando leggiamo che il titano Prometeo rubò il fuoco alle divinità celesti per donarlo all'umanità, non intendiamo che un gigante é stato un ladro che ha rubato una scatola di fiammiferi a Giove sul monte Olimpo. Quando leggiamo che la terra intera precipitò in un inverno di dolore perché la dea Terra perse sua figlia, non intendiamo che quei superstiziosi dei greci credevano che una vecchia strega potesse far appassire il grano. Comprendiamo il senso dietro queste grandi allegorie naturali, e perché allora ci sfugge la grandezza dell'idea che c'é dietro l'immagine della settimana, che diventa una cosa meravigliosa e mistica, in cui l'uomo imita Dio nella sua opera e nel suo riposo?

G.K. Chesterton, 31 gennaio 1934

sabato 24 aprile 2021

Il carattere personale...

Il carattere personale, vivo tanto poco platonico di Beatrice, ci porta nel cuore stesso del cristianesimo: noi cristiani speriamo di ritrovare lassù coloro che amammo, con la loro anima carnale, che non assomiglia a nessun'altra.

Charles Moeller, Saggezza greca e paradosso cristiano

giovedì 22 aprile 2021

É "nel mezzo del cammin"...


Si volge allora al passato e si sente perduto. É "nel mezzo del cammin" della sua vita. É l'ora nella quale l'uomo scopre questo segreto, l'ora che - come diceva Peguy - "non é mai andata più in là dei 37 anni, o dei 35, o dei 33": "l'uomo non é felice, nessuno é felice". L'illusione della giovinezza, che crede inesauribile la stoffa della vita, che crede si possa tagliare dappertutto, e che ce ne resterà sempre e che tutti gli errori sono riparabili, s'é ormai dissolta. Si scopre che le forze dell'uomo sono limitate, che già si son dovuti abbandonare sul ciglio della strada molti bagagli. Molti progetti sono definitivamente abbandonati, incominciamo a metterci al confronto con difetti che sappiamo che ci accompagneranno fino alla fine della vita. Sentiamo le nostre forze diminuire; il corpo perde elasticità pensiamo alla morte e ne abbiamo paura, o talora la invochiamo, perché siamo stanchi. Scopriamo quanto siamo limitati per questo lavoro, per quella missione, e come tutto il resto ci sarà proibito per sempre. In una parola, si vede chiaramente che non si può identificarsi da soli all'interezza della condizione umana.

Charles Moeller, Saggezza greca e paradosso cristiano