giovedì 30 luglio 2015

Buone vacanze!

"I miracoli sono un'altra cosa. Il fatto è che l'uomo non sceglie lui la strada che deve scegliere. Insomma, tu scegli se starci o no a quello che tu non hai scelto e che, perciò, non avendolo scelto tu, è un miracolo."
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

sabato 25 luglio 2015

Tonalestate 2015 Fiat voluntas mea il delirio d'onnipotenza


"Sorse allora Prometeo, e diede a Giove
la saggezza ch'è forza, a un patto solo:
che l'uomo libero fosse; e dell'immenso
del ciel dominio l'investí. Ma fede
non osservar, non ricambiare affetti,
calpestar leggi, onnipotente farsi
ma senza amici, è questo il regno; e Giove
regna or davvero. Indi penuria, affanno
e lotte e morbi e morte atra, non mai
conosciuta da pria, piombaro
sulla stirpe dell'uomo. Intempestive
furie di foco e ruinar di ghiacci
incàlzaro ai montani antri le affrante
disrtate tribù; morser gli acuti
bisogni i cori derelitti; insane
ardenze e tenebrosi idoli e larve
d'un ben senza soggetto in mutua guerra
travagliaron le bieche anime e i covi
ospitali eccheggiar d'ire e di stragi."
Percy Bysshe Shelley, Prometeo liberato



venerdì 24 luglio 2015

Tonalestate 2014 bruta facta non riguarda né il cielo né la terra

La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.
Eugenio Montale, La storia


giovedì 23 luglio 2015

Tonalestate 2013 imbroglio segni, linguaggi, significato

 
Vuoi dunque conoscere
Quale sia il mio nome glorioso, oh Ciclope?
Ebben l’avrai. Ma in cambio concedi
Il tuo or ora promesso dono ospitale.
Il mio nome è Nessuno .
Nessuno mi chiamano madre e padre e tutti i compagni”.
Quel suo cuore spietato allor subito rispose:
“Sarà dunque Nessuno
Quel ch’io divorerò per ultimo, dopo i compagni.
Sia questo per te il mio dono ospitale”.
Così disse. E s’arrovesciò, cadendo supino”.
Omero, Odissea, libro IX

mercoledì 22 luglio 2015

domenica 19 luglio 2015

Tonaleste 2011 auri sacra fames

“Prima di tutto, vennero a prendere gli zingari;
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi, vennero a prendere gli ebrei;
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi, vennero a prendere gli omosessuali;
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi, vennero a prendere i comunisti;
e non dissi nulla, perché non ero comunista.
Un giorno, vennero a prendere me;
e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Bertold Brecht, Berlino, 1932


sabato 18 luglio 2015

Tonalestate 2010 liberté. Egalité, FRATERNITÈ

“Erano tempi di grande ed entusiasmante eccitazione; il Paese era in fermento: c’era la guerra e, in ogni cuore, ardeva il fuoco sacro del patriottismo… E venne la domenica mattina (il giorno dopo, i battaglioni sarebbero partiti per il fronte): la chiesa era gremita di gente e i volontari erano lì… Poi fu il turno della preghiera… Con le palpebre chiuse, il pastore concluse con queste parole: “proteggi i nostri soldati, concedici la vittoria, Signore nostro Dio”… Credete che sia una preghiera sola? No, sono due: una espressa e l’altra non espressa… Riflettete su questo nella vostra mente, affinché non vi capiti di implorare una benedizione per voi e, allo stesso tempo, senza volerlo, invochiate una maledizione sul vostro vicino… E, nel momento in cui avete pregato per la vittoria, avete pregato anche per molti effetti, non detti, che accompagnano la guerra…Ed ecco la parte non espressa della preghiera: “O Signore e Padre nostro, i nostri giovani vanno in battaglia per colpire il nemico. O Signore Dio nostro, aiutaci a straziare, con i nostri proiettili, i soldati nemici in sanguinanti brandelli; aiutaci a ricoprire i loro campi ridenti con le esanimi forme dei loro corpi morti; aiutaci ad affogare il tuono dei cannoni nelle grida dei loro feriti che si contorcono nel dolore; aiutaci a devastare le loro umili case con un uragano di fuoco; aiutaci a straziare il cuore delle loro vedove innocenti con inconsolabili pene, a scacciarle dai loro tetti insieme ai figlioletti e a farle vagare tra gente ostile nella desolazione, rivestite di stracci, sofferenti fame e sete, zimbello dell’infuocato sole estivo e dei gelidi inverni invernali, disperate, affrante, esauste e imploranti di ottenere da Te il rifugio della tomba, rifugio che Tu negherai. Per noi che Ti adoriamo, o Signore, annienta le loro speranze e distruggi le loro vite; protrai il più possibile il loro amaro pellegrinaggio, fa’ pesanti i loro passi, bagna il loro cammino con le loro lacrime, macchia la neve bianca con il sangue dei loro piedi piagati! Questo noi chiediamo, in nome dell’amore, a Colui che è la fonte dell’Amore e che è sempre il fedele rifugio e l’amico leale di quanti sono sopraffatti dall’angoscia e chiedono il Suo aiuto con cuore umile e contrito. Amen
Mark Twain, The War Prayer, 1904-1905, satira pubblicata postuma nel 1923

venerdì 17 luglio 2015

Tonalestate 2009 Come l’uom s’etterna

Perché giace una creatura nel fondo delle tenebre
E invoca qualcosa che non esiste?
Perché così avviene?
Non esiste nessuno che ode la voce invocante nelle tenebre,
Ma perché la voce esiste?”
Par Lagerkvist, Se credi in dio e non esiste un dio, “Paese della sera”




giovedì 16 luglio 2015

Tonalestate 2008 pape satàn pape satàn aleppe

“L’umiltà è
un costante pulsare
di servizievolità
verso tutte le cose:
le belle e le brutte,
le buone e le cattive,
le vive e le morte”
Max Scheler, la crisi dei valori


mercoledì 15 luglio 2015

Tonalestate 2007 Quest'atomo opaco del male


“spesso il male di vivere ho incontrato
Era il rivo strozzato che gorgoglia
Era l’incartocciarsi della foglia
Riarsa,era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
Che schiude la divina indifferenza
Era la statua della sonnolenza
Del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato”.
Eugenio Montale, ossi di seppia 


lunedì 13 luglio 2015

La verità sull'uomo è al tempo stesso verità sulle comunità...

La verità sull'uomo è al tempo stesso verità sulle comunità nella quali la vita dell'uomo cresce e si espande, e fuori dalle quali essa inaridisce e muore. L'invito è a proiettarsi verso un futuro: il nostro "non è il tempo della semplice conservazione dell'esistente ma della missione".
Giuliano Romani, uniti in un'azione sociale- 
Il VerDetto, Anno III Nuova Serie N.5 Luglio Agosto 1996




domenica 12 luglio 2015

Tonalestate 2006 Ni dieux ni maîtres


"La terra allora sarà diventata piccola e su di essa andrà saltellando l’ultimo uomo, colui che renderà tutto piccino. La sua schiatta è indistruttibile come la pulce di terra; l’ultimo uomo campa più a lungo di tutti. “Noi abbiamo inventato la felicità” dicono gli ultimi uomini (e ammiccano). Hanno abbandonato le regioni dove la vita era dura, perché c’è bisogno di calore; si ama ancora il vicino e ci si strofina a lui, perché c’è bisogno di calore. Ammalarsi ed essere diffidenti è per essi una colpa: c’è da essere guardinghi su dove si mettono i piedi. Pazzo chi ancora incespica sulle pietre o negli uomini! Ogni tanto, un po’ di veleno qui, un po’ di veleno là: esso fa sognare gradevolmente. E, alla fine, molto veleno, per gradevolmente morire. Si lavora ancora, poiché il lavoro è un modo di passare il tempo; ma si cerca di fare in maniera che questo svago non affatichi troppo. Non si diventa più né poveri né ricchi: entrambe le situazioni sono troppo impegnative. Chi vuole ancora dominare? Chi vuole ancora obbedire? L’una e l’altra cosa sono troppo impegnative. Nessun pastore e un solo gregge! Tutti vogliono la medesima cosa, ognuno è uguale; chi dissente va diritto al manicomio. “In altri tempi tutti erano pazzi” dicono i più raffinati (e ammiccano); “oggi si è saggi e si sa tutto ciò che è accaduto”: così, non si finisce mai di sorridere. C’è ancora chi s’arrabbia; ma si rappacifica presto, per non sciuparsi lo stomaco. Si possiedono la piccola gioiuzza per il giorno e il piccolo piaceruzzo per la notte: ma sempre badando alla salute. “Noi abbiamo inventato la felicità” dicono gli ultimi uomini (e ammiccano). 
Friederich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, prologo 5 


sabato 11 luglio 2015

Tonalestate 2005 Per un principio superiore


"si vede, per esempio nè nostri tempi, quelli principi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto e che hanno saputo con l'astuzia aggirare è cervelli degli uomini."
Nicolò Macchiavelli, Il Principe XVIII


venerdì 10 luglio 2015

martedì 7 luglio 2015

Tonalestate 2001 odissea nell'umano

“Itaca ti ha dato il bel viaggio.
Senza lei, mai ti saresti messo
Nel viaggio: Cos’altro aspetti?”
Costantino Kavafis, Itaca


domenica 5 luglio 2015

La scuola di Atene - Pane Pace Lavoro


La scuola di Atene

Siamo oggi all’alba della giornata che vedrà i cittadini greci essere chiamati a esprimere il loro parere riguardo all’accettazione del piano proposto alla Grecia dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale all’Eurogruppo del 25 giugno 2015. In questa giornata, Pane Pace Lavoro desidera incoraggiare l’azione di quanti, in queste settimane, hanno sostenuto, in primo luogo, la meritevole scelta di affidare a uno dei mezzi propri della democrazia (il referendum) la difficile decisione della risposta a uno dei più grossi attacchi politici alla democrazia; e, in secondo luogo, desideriamo appoggiare quanti stanno sostenendo il “no” come risposta al tentativo di imporre il modello economico come unico metro di giudizio della politica.

Confusione e strumentalizzazione.
Bisogna certamente ammettere che sulla situazione greca c’è molta confusione, sia rispetto al contesto nel quale si inserisce il referendum, sia sul referendum in quanto tale (molte persone qui da noi, ad esempio, credono ancora che il referendum riguardi la possibilità o meno di rimanere nell’Eurozona). Questa confusione è certamente alimentata dalla stampa e dagli schiamazzi politici di quanti cercano di trarre anche da questa crisi un vantaggio personale, schierandosi populisticamente per il “no” (indipendentemente dal suo contenuto) o tentando di far passare il popolo greco come una sorta di parassita economico che debba essere quanto prima estirpato dall’Europa. Non illudiamoci perciò sul futuro: anche l’esito del voto sarà strumentalizzato, poiché, sempre più spesso, ciò che muove un giudizio non è un criterio superiore (qualcuno direbbe una morale), ma l’analisi sui propri personali tornaconti. Bisognerà allora di nuovo vagliare tutte le dichiarazioni che verranno fatte una volta concluso il voto, per poter discernere quelle posizioni il cui scopo sia veramente di sostenere il popolo greco e la democrazia.

Questione politica.
Ciò che si sta oggi svolgendo in Grecia non è certo solamente una questione di amministrazione del debito, ma un vero e proprio attacco politico alla società democratica, per imporre un modello autoritario in cui la sovranità è detenuta dalla finanza. Lo scopo dell’azione della “Troika” (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) appare sempre più pretestuosa dal punto di vista economico e sempre più un attacco al modello sociale europeo, per imporne uno nuovo in cui ai singoli Stati (ovvero alle persone di quegli Stati) viene negata la sovranità, che viene esercitata invece da quanti rappresentano i creditori dello Stato.
Questo è il punto cruciale. La nuova Europa non ammette altri sovrani se non se stessa; per questo la risposta di Tsipras appare così perfettamente politica, perché ridà al popolo il proprio potere, ridà al popolo quella dignità che la Troika vorrebbe togliergli: la possibilità dell’esercizio della propria autonomia. Il popolo greco è chiamato oggi a rispondere a un quesito fondamentale che non si basa sul dover scegliere tra la schiavitù del mercato da una parte e la regressione dall’altra, ma sulla questione fondamentale: se vi sia in Europa ancora posto per la politica democratica. Si tratta di dignità, si tratta del rifiuto di qualsiasi potere imposto.
Alla fine degli anni ’90 durante una conferenza sulla società e sulla politica il professor Giovanni Riva disse “né un potere pubblico, né lo Stato, né alcuna società devono distruggere lo spazio necessario alla coscienza e alla libertà (…) e un’azione politica (o un movimento politico o un partito politico) che non agisse per difendere e promuovere la creatività sociale contribuirebbe all’affermazione di un prepotente Stato, funzionale ai programmi di chi detiene il potere: l’idolatria cortigiana dello stato.”
Queste parole spiegano perché la nostra azione politica oggi non può che passare per la Grecia; dimostrano che la stessa domanda referendaria è posta anche a noi italiani e dovremmo anche noi avere il coraggio di voltare le spalle alle cosiddette politiche economiche e rivolgere lo sguardo all’uomo e alla “vera”, importantissima politica.

Pane Pace Lavoro, 4 luglio 2015

sabato 4 luglio 2015

Siamo tutti greci 2\2 + 300 di questi post

"Quelli che portano via la carne dalle tavole
insegnano ad accontentarsi.
Coloro ai quali il dono è destinato
esigono spirito di sacrificio.
I ben pasciuti parlano agli affamati
dei grandi tempi che verranno.
Quelli che portano all'abisso la nazione
affermano che governare è troppo difficile
per l'uomo qualsiasi."
Bertolt Brecht, A Potsdam sotto le querce


Mentre il mondo va a cambiare
lasciatemi un poco ringraziare.

E' questo di oggi il post trecento
come spartani in movimento,
contro la tv, i social e il pettegolezzo
abbiamo voluto un poco coprir il lezzo.

Trecento per noi è importante
perchè a una conversazione a tre apre le ante,
chi volesse con tre frasi dello stesso tema,
ma con differente patema,
aprir l'evento
può con noi oggi farne cento

Ringraziamo chi ha dato l'occasione,
di portare a una decisione,
Ringraziamo il compagno mai tranquillo
che ci sprona a non abbandonar il cavillo,
ringraziamo chi in questa via
ci ha messo in compagnia

e col De Petro lasciateci rammentare
"Dipendere: è già ragionare" 
Dante Bene 3 luglio 2015

venerdì 3 luglio 2015

Siamo tutti greci 1\2

"Mentre noi giravamo con le schede
loro intanto chiudevano le fabbriche,
quando noi dormivamo davanti all'ufficio dei sussidi,
loro dormivano in pace.
Sentivamo parole come queste:
Tenetevi calmi! State in attesa!
Quanto è più grande la crisi
tanto più grande sarà la ripresa!
E io dicevo ai miei compagni:
così parla il nemico di classe!
Quando parla di epoca buona
è della sua che intende parlare"
Bertolt Brecht, La canzone del nemico di classe


mercoledì 1 luglio 2015

Qua si può ballare...

"Qua si può ballare con una ragazza bella della quale non ti importa niente,
per ingelosirne una brutta della quale invece ti importa..."
Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini