"Questo popolo si annoia.
Né il cibo lo rallegra, né l'acquavite e le gozzoviglie lo consolano.
e ti darò la spiegazione.
Un tempo l'operaio aveva la sua opera tutta intera tra le sue mani; e come il cuore si rallegra alla vista del colore, trovando bella la sua opera, egli si compiaceva del suo lavoro; e, conoscendo il compratore, lo aveva in considerazione particolare. Ma oggi ogni riconoscimento del lavoro, e ogni onore, e ogni genialità tutto gli è stato tolto. E l'uomo non ha più come scopo quello di soddisfare un altro uomo, ma di provvedere a bisogni generali, e la sua opera non ha altro merito che la sua utilità, e le macchine lo fanno per lui. Per questo fatto già due libertà gli sono tolte, quella della scelta per quanto riguarda i mezzi, e dell'ordine per quanto riguarda il lavoro, e inoltre gli dico che un doppio consenso gli è rifiutato, quello dell'intelligenza che, scorgendo il fine, decide di raggiungerlo, e quello della volontà che, applicandosi all'opera, dimentica la fatica.
E così, qualunque sia il salario, l'operaio fa un opera servile, e, essendo schiavo, desidera la libertà."
Paul Claudel, La città