"Peppo, il droghiere della strettoia al mio paese, era stato alpino.
Peppo il droghiere in verità si chiamava Alpenore, era tornato dalla Russia e nemmeno lui sapeva come aveva fatto. Ti accoglieva sempre con un sorriso, un mezzo sorriso doloroso a volte, nel suo negozio di alimentari, dove dietro il banco delle cose fresche c'era sempre sua moglie Adriana, una donna che amava molto parlare e sapeva fare dei cappelletti che erano la fine del mondo.
Mia madre e mia nonna Nì infatti dicevano spesso: Manu guarda qui, oggi mangiamo i cappelletti dell'Adriana, sei contento? Oppure dicevano: Sai cosa c'è oggi da merenda? C'è l'erbazzone dell'Adriana. E io ricordo ero sempre contento, tutte le volte che sentivo nominare Peppo e l'Adriana, contento per un niente, che oggi, se ci penso bene, esser contenti per niente è una delle cose più belle che ti possono capitare, una cosa molto vicina alla felicità.
Esser contenti per niente. Davvero."
Emanuele Ferrari, appunti per un romanzo d'infanzia (Montepiano maggio 2014)
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