Sei forse massone anche tu! –
sfuggí ad Alëša. – Tu non credi in Dio, – soggiunse, ma ormai con profonda
amarezza. Gli parve inoltre che il fratello lo guardasse con fare canzonatorio.
– E come termina il tuo poema? – domandò a un tratto, con lo sguardo a terra, –
o è già terminato?
– Io volevo finirlo cosí:
l’inquisitore, dopo aver taciuto, aspetta per qualche tempo che il suo
Prigioniero gli risponda. Il Suo silenzio gli pesa. Ha visto che il Prigioniero
l’ha sempre ascoltato, fissandolo negli occhi col suo sguardo calmo e
penetrante e non volendo evidentemente obiettar nulla. Il vecchio vorrebbe che
dicesse qualcosa, sia pure di amaro, di terribile. Ma Egli tutt’a un tratto si
avvicina al vecchio in silenzio e lo bacia piano sulle esangui labbra
novantenni. Ed ecco tutta la Sua risposta. Il vecchio sussulta. Gli angoli
delle labbra hanno avuto un fremito; egli va verso la porta, la spalanca e Gli
dice: “Vattene e non venir piú... non venire mai piú... mai piú!”. E Lo lascia
andare per “le vie oscure della città”. Il Prigioniero si allontana.
F.M. Dostoevskij, I
fratelli Karamazov
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