Comè?
Interessante. Un occhio più grande dell’altro, cigli folte alla Charlot, bocca con una linea perfetta, un naso a patata e gli occhiali.
Lei voleva diventar suora, credo. Era là con le salesiane. Viene da san Chirico, è maestra d’asilo. Le ho parlato perché, qui tra voi, nessuno s’interessa mai di nessuno, a meno che non gli dia fastidio o non gli interessi per far dei soldi. O per curiosità: se uno fa delle cappellate, vi interessate a lui.
Abbiam parlato, la prima volta, del telefono. Poi della morte, sì. Della morte: con tutti i morti che c’erano a Laviano! Io le ho detto che bastava che tutti i vivi avessero avuto uno specchio e già avrebbero visto i veri morti.
No, non solo di quello. Le ho detto anche che le suore non servono più così come stanno al mondo: c’è bisogno di gente che sia dentro al mondo, nei luoghi di lavoro. Dio ha bisogno di gente di carne e non di vergini sbiadite e smunte.
No, non è esagerazione. Voi siete addormentati da un qualche diavolo, cacchio! È così. Sennò, come fa un uomo a dire che Cristo è vivo? Come fa a credere che Dio è per l’uomo? Perché veniamo al mondo? Perché si deve lavorare? Allora è meglio far tutti i preti, i frati e le suore!
No, per favore. Il nocino no! Mi fa voltar lo stomaco. Non c’è un bell’alcòlico?
Dài, il Chivas!
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine
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