giovedì 9 aprile 2020

Cena (7)


SALMO
QUATTRO

(Che nessun lettore
Deve permèttersi di non lèggere,
pena il non capir più nulla
in sèguito.
D’altra parte,
questo salmo ci potrebbe introdurre
ai vari tipi di abbraccio:
il bacio
con la rovesciata
alla “Via col vento”,
l’amplesso al divano,
l’incantonata alla “Hud il selvaggio”.
Io, invece, non vi introduco ad essi.)

Filippo, che scrivi? Sappiamo tutti che sei un buon commediografo. Ma a tavola non si lavora.
Anchepoèta?
Non lo sapevo questo. Me lo darai un libro.
A nessuno? Allora cosa scrivi a fare?
Lo dici tu che nessuno capirebbe. Avrai paura che ti prendano in giro, forse. Ma chi fa una cosa deve sapere che c’è sempre chi ne dice bene e chi male. C’est la vie! Non ti curar di lor, ma guarda e passa.
Guarda quella suora là in fondo come mangia e beve. Le vengon fuori gli occhi.
Bèh, lo vieni a dire a me? Lo so anch’io che son uomini anche loro. Cioè, pardon: donne! Ma ci son suore e suore. Ne ho conosciuto un gruppo a Laviano, con le cartoline di don Bosco dappertutto e le medagliette miracolose della Madonna. C’era la superiora, la capa, suor Olga, che mi faceva pietà. Suor Gelsomina, invece, quella sì era una donna di Dio, poveretta: ogni volta che l’incontravo, tra i bambini dell’asilo, l’abbracciavo e lei diventava rossa. Una volta con lei e suor Lucia siamo stati nella roulotte di una ragazza a parlare fino alle tre di notte. La ragazza si chiamava Rosa.
Parlardichè?
Secondo te? Della vita, della morte, di Dio, della gente.
Di queste cose.
Mica tutti hanno il cervello piccolo piccolo come voi. Vito, suona l’organetto, va’, che qui non portano più niente. Ohèi, sacrestano, vedo che hai fatto il bis! Non ingozzarti.
Lavorare, bere, dormire, tric-trac, aver la casa. È tutta qui la vostra vita? Filippo, dove vivi mai? Brutta razza. Tòh, Paternoster: bel nome per un vino. Azienda vinicola Paternoster. Barile. Casa fondata nel 1925, ma l’Agliànico migliore è quello di Rionero.

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