domenica 24 dicembre 2017

Feliz navidad

Sin embargo, el recordar su nacimiento ¿qué provecho nos trae? ¿podríamos acaso pensar que lo hemos encontrado también nosotros? o ¿podríamos consideramos sus amigos? A menos que descubramos que su persona hoy puede ser aún encontrable, el recuerdo de acontecimientos pasados no aporta mucho a nuestro presente. Por otro lado, encontrarlo podría significar reconocerlo como respuesta actual a todos las interrogantes de los seres humanos.

Gracias a quienes lo fueron encontrando y siguiendo a lo largo de estos dos milenios, también yo lo puedo encontrar y seguir hoy. Para cada uno acontece en forma diferente y personal. Conocerlo, reconocerlo y seguirlo, es una experiencia y no una teoría.
Centro Cultural One Way,
diciembre 2017, N.13

giovedì 23 novembre 2017

Era lì, in piedi...

Era lì, in piedi a guardare le rovine della sua casa, a godersi il cielo di primavera senza neanche rendersene conto, lì, in piedi a chiedersi perchè il futuro dei suoi cari fosse così fosco, perchè avesse commesso tanti errori, in vita sua: e non si accorgeva che la risposta, la luce e la speranza erano proprio in quella vaghezza, in quella nebbia, nel dolore e nel caos; lo conosceva, lo capiva con tutto il cuore il senso della vita che era toccato a lei e ai suoi cari, e per quanto né lei né loro potessero dire che cosa avesse in serbo la sorte, e per quanto sapessero tutti che in epoche tremende l'uomo non è più artefice del proprio destino e che è il destino e che è il destino del mondo ad arrogarsi il diritto di condannare o di concerdere la grazia, di portare agli allori, o di ridurre in miseria, e persino di trasformare in polvere di lager, tuttavia né il destino del mondo, né la storia, né la collera dello Stato, né battaglie gloriose e ingloriose erano in grado di cambiare coloro che rispondono al nome di uomini; ad attenderli potevano esserci la gloria per le imprese compiute oppure la solitudine, la disperazione, il bisogno, il lager e la morte, ma avrebbero comunque vissuto da uomini e da uomini sarebbero morti, e chi era già morto era comunque morto da uomo: è questa la vittoria amara ed eterna degli uomini su tutte le forze possenti e disumane che sempre sono state e sempre saranno nel mondo, su ciò che passa e ciò che resta."
Vasilij Grossman, Vita e destino

mercoledì 22 novembre 2017

Molte case del resto...

"Molte case del resto, come quella di Marianella e dei suoi anziani genitori, sono state abbandonate e poi saccheggiate, svuotate; ma in cambio il tessuto umano della solidarietà, fatto di sguardi, di parole, di memoria fertile, di sentimenti profondi, si è infittito per le strade di San Salvador. Se le case di pietra cadono in rovina, gli uomini che resistono e sopravvivono sono come pietre vive per le case di domani."
Raniero La Valle, Marianella e i suoi fratelli

martedì 21 novembre 2017

La gente comune...

"La gente comune sa vivere, a volte senza rendersene conto, dimensioni di grandezza che nessuna epopea si ricorderà mai di celebrare".
Raniero La Valle, Marianella e i suoi fratelli

venerdì 3 novembre 2017

Questo mondo straniero...

"Questo mondo straniero, dove viviamo, mi è tuttavia ospitale perché vi trovo in segreto un focolare. Questo mondo crudele mi è dolce perché, più alto dei cieli, c’è qualcosa di più umano dell’umanità. Se un uomo non deve battersi per questo, per che cosa si batterà?... Non posso dunque battermi per la mia stessa esistenza?"
G.K. Chesterton,la sfera e la croce

giovedì 2 novembre 2017

La sua irripetibilità...

"La sua irripetibilità, la sua unicità sono l'anima di ogni singola vita, sono la libertà. Il riflesso dell'Universo nella coscienza umana è alla base della forza dell'uomo, ma la vita diventa felicità, libertà valore supremo solo quando l'uomo esiste come mondo che mai potrà ripetersi nell'infinità del tempo. Solo quando riconosce negli altri ciò che ha già colto dentro di sè l'uomo assapora la gioia della libertà e della bontà."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

mercoledì 1 novembre 2017

Il miracolo di ogni uomo...

"Il miracolo di ogni uomo, di ogni singolo uomo - bontà, cattiveria, piacere, affetto, vergogna, pietà, timidezza, timore e stupore, tutto ciò che dall'infanzia alla vecchiaia si è depositato nella coscienza e nel subconscio -, si fonde, si riunisce nella percezione muta e segreta della vita umana."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

martedì 31 ottobre 2017

Nel bagliore dei forni...

"Nel bagliore dei forni, sullo spiazzo del lagher, capirono tutti che la vita è più della felicità, che è anche dolore. Che la libertà non è soltanto un bene. Che è difficile, la libertà, e a volte è persino amara: è la vita."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

lunedì 30 ottobre 2017

Il destino...

"Il destino prende per mano l'uomo, ma l'uomo lo segue perchè lo vuole ed è comunque libero di non seguirlo".
Vasilij Grossman, Vita e Destino

domenica 29 ottobre 2017

Al civico 6/1 di Stalingrado

Mi caccia dal paradiso, pensò Sergej, ci separa come due servi della gleba, e guardò Grekov con occhi pieni d'odio e di supplica.
Grekov strizzò i suoi, fissò il viso della ragazza, e Sergej provò ribrezzo per quello sguardo spietato, impudente.
"è tutto" disse Grekov. "la marconista viene con te, tanto qui non ha niente da fare, senza un trasmettitore. Scortala tu al comando".
Sorrise.
"una volta lì troverete da soli la vostra strada. Questo è il foglio, ne ho scritto uno solo per tutti e due, non mi piacciono le scartoffie. Tutto chiaro?"
E all'improvviso Sergej si rese conte che a fissarlo erano due occhi bellissimi, affettuosi, intelligenti e tristi come mai ne aveva visti in vita sua."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

venerdì 27 ottobre 2017

L'amicizia è uno specchio...

"L'amicizia è uno specchio in cui l'uomo si riflette. A volte, chiacchierando con un amico impari a conoscerti e comunichi con te stesso.
L'amicizia è uguaglianza e affinità. Ma l'amicizia è anche differenza e disparità.
c'è un'amicizia operativa: negli affari, nell'azione, in un lavoro comune, in una comune lotta per la sopravvivenza e per un tozzo di pane.
E poi c'è l'amicizia in nome di un ideale, l'amicizia filosofica tra interlocutori che meditano, tra uomini che lavorano in modo diverso, ognuno per proprio conto, ma che insieme parlano della vita."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

Post 400!

"Due caratteri opposti possono diventare amici? Sicuro!
L'amicizia può essere un legame disinteressato."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

giovedì 26 ottobre 2017

Perchè possono essere amiche...

"Perchè possono essere amiche - e lo sono - anche persone unite dall'odio per il proprio mestiere. E amici non sono soltanto gli eroi di guerra e del lavoro, ma anche gli eroi e gli assenteisti. Alla base dell'amicizia degli uni e degli altri, però, c'è un vincolo comune."
Vasilij Grossman Vita e Destino

mercoledì 25 ottobre 2017

Certo l'amicizia nasce...

"Certo l'amicizia nasce per lo più tra uomini accomunati da uno stesso destino, da una stessa professione, da un medesimo progetto, tuttavia sarebbe prematuro concludere che la si debba solo a tali affinità."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

martedì 24 ottobre 2017

Che cosa rende amici?

"Che cosa rende amici? Avere lo stesso lavoro o uno stesso destino? A volte l'odio tra chi appartiene allo stesso partito e ha opinioni che si distinguono solo nelle sfumature è maggiore dell'odio verso chi del partito è nemico. A volte uomini che combattono insieme si odiano più di quanto odino un nemico comune. E a volte l'odio fra i detenuti è maggiore dell'odio verso i carcerieri."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

lunedì 23 ottobre 2017

L'amicizia! Quante forme...

"l'amicizia quante forme diverse può avere...
Amicizia nel lavoro. Amicizia per la rivoluzione, amicizia durante un lungo viaggio, amicizia tra soldati, amicizia in una prigione di transito, dove ci si conosce e ci si lascia nel giro di un paio di giorni di cui, però, si serba il ricordo per anni. Amicizia nella gioia e amicizia nel dolore. Amicizia nell'uguaglianza e nella diversità."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

sabato 21 ottobre 2017

Avrei voluto dirti..

"avrei voluto dirti chissà che cosa, e alla fine non ti ho detto niente" concluse lei.
Non era vero. Durante quel loro incontro l'essenziale, ciò che davvero conta nella vita, aveva cominciato a delinearsi. Lui l'amava sul serio.
Vasilij Grossman, Vita e Destino

venerdì 20 ottobre 2017

così è il tempo...

Così è il tempo: tutto passa lui resta. Tutto resta, il tempo passa. E com'è lieve, silenzioso il suo fluire. Ieri eri ancora sicuro, allegro, forte, figlio del tempo. Oggi un altro tempo è arrivato, ma tu non lo sai ancora.
Vasilij Grossman, Vita e Destino

giovedì 19 ottobre 2017

Non c'è niente di peggio...

Non c'è niente di peggio dell'essere figliastri del proprio tempo. Non c'è sorte peggiore di chi vive in un tempo non suo. Li riconosci subito: negli uffici del personale, nei comitati di partito, nelle sezioni politiche dell'esercito, nelle redazioni dei giornali, per strada... Il tempo ama soltanto chi ha generato, ama i propri figli, i propri eroi, i propri operai. Mai potrà amare i figli del passato, così come le donne non amano gli eroi di tempi ormai andati e le matrigne non amano i figli altrui.
Vasilij Grossman, Vita e Destino

mercoledì 18 ottobre 2017

Il tempo confluisce nell'uomo...

Il tempo confluisce nell'uomo e nel suo regno, vi si annida, e poi passa, si dilegua, ma l'uomo e il regno restano... Il regno c'è ancora, il suo tempo è passato... L'uomo c'è ancora, il suo tempo è svanito. Ma dove? C'è un uomo che respira, che pensa e piange, ma il suo tempo, quel tempo che apparteneva solo a lui se n'è andato, è volato via, scivolato via. Mentre l'uomo resta.
Vasilij Grossman, Vita e Destino

martedì 17 ottobre 2017

Le izbe russe sono milioni...

"Le izbe russe sono milioni, ma non possono essercene - e non ce ne sono - due perfettamente identiche. Ciò che è vivo non ha copie. Due persone, due arbusti di rosa canina, non possono essere uguali, è impensabile... E dove la violenza cerca di cancellare varietà e differenze, la vita si spegne."
Vasilij Grossman, Vita e Destino

lunedì 16 ottobre 2017

E' vero, disse...

E' vero, disse, se non credessi nella libertà dell'uomo, o almeno nella possibilità della libertà dell'uomo, la vita mi farebbe paura.
I. Silone, Vino e pane

domenica 15 ottobre 2017

Se non fosse molto noioso...

Se non fosse molto noioso essere posto dopo morto sugli altari, ed essere pregato e adorato da una quantità di persone sconosciute, per la maggior parte vecchie donne brutte, vorrei essere un santo. Non vorrei vivere secondo le circostanze, l'ambiente e le convenzioni materiali, ma, senza curarmi delle conseguenze, vorrei vivere e lottare per quello che a me apparirà giusto e vero. 
I. Silone, Vino e pane

sabato 14 ottobre 2017

Il giorno dunque...

Il giorno dunque io lavoravo nella galleria. L'orario è di otto ore, ma tutti fanno due o tre ore in più, per guadagnare meglio. Però, da quando so che sul molo mi aspetta quell'uomo col quale mi piace parlare, finite le otto ore, io stacco. Di che si parla? Si discorre dell'uomo, della terra, della vita. Si discute, ma anche si scherza e si ride. Io penso, ecco una persona con la quale non ho a che fare né per il lavoro, né per le carte, né per altri certificati; egli non viene a me come un prete, né come un maestro, né come un propagandista, gente che sa tutto e che è pagata per convincere gli altri. Ecco uno che viene a me come un uomo. Un brutto giorno egli partì e non fece sapere più nulla di sé. Sentii subito che mi mancava qualcosa. 
I. Silone, Vino e pane

mercoledì 13 settembre 2017

A me sembrava...


A me sembrava che vi fosse qualche cosa di essenziale in parecchi di voi, qualche cosa di personale che coincideva con le osservazioni che a me era stato dato di cogliere su ognuno di voi, durante gli anni di ginnasio e di liceo, e che non era affatto banale. Ora quel qualche cosa, quando più tardi siete entrati nella società, dov'è finito?

Ignazio Silone, Vino e pane

martedì 29 agosto 2017

bisognerebbe fare agli altri....

"bisognerebbe fare agli altri quello che noi stessi vorremmo che gli altri facciano a noi." C'era tanta trepidazione nella sua voce che non osai osservargli che la sua scoperta era vecchia di molti secoli. Ma è veramente vecchia? Si può dire di una verità che sia vecchia, come si dice di una persona o d' un oggetto? Comunque, poichè il pover'uomo a quella verità era arrivato da solo, quella era per lui una verità nuova, appena nata e nata bene. Nelle prove più tristi della vita ci salviamo appunto per aver conservato nell'anima il seme di qualche certezza incorruttibile. Durante il tempo dell'abiezione, esso è il nostro tormento segreto. San Bernardo parla di quel genere di sofferenze, quando anche lui racconta di certi uomini inseguiti da Dio. Ecco anzi, secondo la sua pittoresca descrizione, come succede: essi dunque scappano e non vogliono più saperne di lui, e lui li rincorre, li afferra, li addenta, li divora. E' veramente terribile cadere nelle sue mani.
Che tristezza però capire certe cose quando sulla testa cominciano ad apparire i primi capelli grigi, rendersi conto di aver sciupato gli anni e le energie migliori.
Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza - Situazione degli ex. 25 febbraio 1942

lunedì 3 luglio 2017

Almeno potercene andare

Almeno potercene andare
far la libera fame, rispondere no.
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.
Cesare Pavese, Fumatori di carta


domenica 2 luglio 2017

D'un tratto gridò

D'un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l'uomo, colpevole.
Cesare Pavese, Fumatori di carta



sabato 1 luglio 2017

Suona secco stasera...

Suona secco stasera, malgrado la banda
che ha istruito a uno a uno. Non bada al frastuono
della pioggia e alla luce. La faccia severa
fissa attenta un dolore, mordendo il clarino.
Gli ho veduto questi occhi una sera, che soli,
col fratello, più triste di lui di dieci anni ,
vegliavamo a una luce mancante. Il fratello studiava
su un inutile tornio costrutto da lui.
E il mio povero amico accusava il destino
che li tiene inchiodati alla pialla e alla mazza
a nutrire due vecchi, non chiesti.
Cesare Pavese, Fumatori di carta


venerdì 30 giugno 2017

Ma si fece i compagni...

Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole 
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta.. Sentivano in sé
tanta disperazione da vincere il mondo.
Cesare Pavese, Fumatori di carta



giovedì 29 giugno 2017

Era giunto a Torino

Era giunto a Torino 
un inverno, tra lampi di fabbriche e scorie di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini 
lo accettassero e al mondo ci fosse giustizia.
Cesare Pavese, Fumatori di carta


mercoledì 28 giugno 2017

Imparò a lavorare nelle fabbriche...

Imparò a lavorare nelle fabbriche senza un sorriso. 
Imparò a misurare  sulla propria fatica la fame degli altri, 
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili 
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni 
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi, 
traballanti fantocci sperduti.
Cesare Pavese, Fumatori di carta


lunedì 26 giugno 2017

Li ebbe un tempo i compagni...

Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent' anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. 
Cesare Pavese, Fumatori di carta




sabato 24 giugno 2017

Questi poveri ottoni...

Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.
Cesare Pavese, Fumatori di carta

venerdì 23 giugno 2017

Mi ha condotto a sentir la sua banda...

Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi, 
della pioggia fan si che la luce vien tolta, 
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico 
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce, 
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.
Cesare Pavese, Fumatori di carta




venerdì 16 giugno 2017

Es una llamada a la meditación...

Es una llamada a la meditación para quienes nos inundan con novelas truculentas y sacudidoras, con "seriales" radiofónico dichos con emoción artificial y melosa. El hombre de hoy necesita algo muy distinto; y aunque no sepa qué, al encontrarse con este manso y tierno cuento - sin excitaciones mentirosas y desasosegantes -, con un decir claro que se le adentra en el alma y lo resucita a una vida olvidada, pero querida, reconoce mejor lo que ansiosamente busca.  
Ignacio Ellacuría, Marcelino, pan y vino

mercoledì 14 giugno 2017

¿Qué es lo que oís?

Cuando os ordeno que guardéis silencio, ¿que occurre? Que entonces oís. No hablo del viento, ni del mar, ni de este arroyo fugitivo... ¿Qué es lo que oís?
Paul Claudel, El zapato de raso

martedì 13 giugno 2017

Sólo de la alegría...

Sólo de la alegría puede nacer el sacrificio.
Paul Claudel, El zapato de raso

lunedì 12 giugno 2017

Ella ha encontrado su destino...

Ella ha encontrado su destino, y su destino la ha encontrado a ella. Quien una vez ha visto cómo el destino daba alas a su más íntimo deseo, difícil es que se arranque de él.
Paul Claudel, El zapato de raso

domenica 9 aprile 2017

Non fermatevi!

“Non fermatevi! Il cuore delle cose è oltre, continuate ad andare!”

C.S. Lewis. Le cronache di Narnia

sabato 8 aprile 2017

Quel 8 aprile del 1300...

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.                                          

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!                                    

Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.                              

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Dante Alighieri, Commedia, Inferno I; 1-12

      

martedì 7 marzo 2017

La pobreza y la ignorancia son nuestros peores enemigos...

"La pobreza y la ignorancia son nuestros peores enemigos, y a nosotros nos toca resolver el problema de la ignorancia. Yo soy en estos instantes, más que nuevo rector que sucede a los anteriores, un delegado de la Revolución que no viene a buscar refugio para meditar en el ambiente tranquilo de las aulas, sino a invitarlos a que salgáis con él a la lucha, a que compartáis con nosotros las responsabilidades y los esfuerzos. En estos momentos yo no vengo a trabajar por la Universidad, sino a pedir a la Universidad que trabaje por el pueblo."  
José Vasconcelos, Discurso en la universidad 1920




venerdì 24 febbraio 2017

He decidido...

He decidido- dulcemente- moralmente-
Construir
Con todas mis canciones
Un puente interminable hacia la dignidad, para que pasen.
Uno por uno,
Los hombres humillados de la Tierra.
Roberto Sosa, Dibujo a pulso

lunedì 20 febbraio 2017

E cento di questi anni! (as capés)

As tu vist la ceseta de Transacqua
col Cimon de la Pala sòra i copi? Oh!
La g'ha i oci ciari come l'acqua
e i cavei tuti driti e senza gropi. Oh!

Sì, g'ho vist la ceseta de Transacqua
ma 'l Cimon de la Pala no ghe xera; Oh!
sòra i copi lustri de tant'acqua
se vedeva na nuvolona nera. Oh!

Nella ciesa cjanta Messa 'l prete
sul Cimon de la Pala fis'cia il vento. Oh!

Cosa importa se g'ho le scarpe rote:
mi te vardo e me sento 'l cor contento; Oh!
cosa importa se g'ho le scarpe rote,
mi te vardo e me sento 'l cor contento. Oh!
Canto popolare Trentino

venerdì 10 febbraio 2017

Non discuterò qui l’idea di Patria in sé

"Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se però voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho una Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”.
Lorenzo Milani 23 febbraio 65 lettera ai cappellani militari

venerdì 3 febbraio 2017

C'era un tempo











C'era un tempo che i miei occhi
non vedevano che te,
c'era un tempo che dormivi accanto a me
senza pensare io credevo tu potessi dedicare
la tua vita solo a me.
Eri bellissima,
quando mi amavi.

Non ho mai capito bene
come fosse cominciato,
so soltanto che sei tu che l'hai voluto,
certo però, non era un caso tu volessi far cambiare
l'operaio ch'era in me.
Non ti bastavano
le mie canzoni.

Dicevi che l'amore
è una strada senza uscita,
ho spostato le frecce ai crocicchi della vita;
la strada si distende
e mi porta ad andar via
non c'è posto per l'amore nel tuo mondo di magia.

C'era un tempo che parlavi
della forza del destino,
degli ostacoli che getta sul cammino,
ma io non ho creduto alle leggende che tuo nonno
ti cantava intorno al fuoco;
non sono stato al giuoco,
non ho accettato.

C'era un tempo che credevo
che il tuo amore fosse vero,
ma il tuo amore è troppo chiuso tra te e me,
perché non sai capire che la gente può morire
senza aver amato te;
com'è difficile
farti capire.

Dicevi che son pazzo
perché amo la gente,
mille anni più saggia è invece la mia mente;
chiarisco tutto quanto
pensando ai miei ricordi:
avevi troppo amore nei tuoi dannati soldi.

Voglio stare in questo mondo,
dare un senso alla mia vita,
e riempirla di sorrisi nuovi e veri,
così non posso più restare a fingere l'amore
che non c'è tra te e me:
non è possibile
restare insieme
Pierangelo Bertoli, C'era un tempo



lunedì 16 gennaio 2017

Hai ragione...

"Hai ragione, Ivors, a non volgerti verso l'avvenire o il passato, ma a considerare con sguardo fermo il presente, perchè il presente solo esiste, essendo la superficie dell'eternità permanente."
Paul Claudel, La città

domenica 15 gennaio 2017

Chi è colui di cui parli?

IVORS: "Chi è colui di cui parli: Dio? Io non lo sento; non lo vedo fissando su di lui gli occhi. Egli sfugge all'investigazione del mio spirito. Se non posso conoscerlo, cosa ho a che fare con lui? Dimmi come conoscerò ciò che non posso comprendere.

COEUVRE: L'ignoro, figlio mio, e questo è appunto il mio dispiacere, perciò, accanto all'ametista, brilla al mio dito come una stella questa pietra azzurra che mi diede Besme il giorno della sua morte. Non abbiamo il diritto di non vedere Dio? E io non posso escluderlo. Egli non proferisce parola e come mai io lo sento? io non posso raggiungerlo, ed egli è con me. Non è in nessun luogo e non potrei sfuggirlo, prendendo la mia strada a destra o a sinistra. Nel fatto che non lo conosco lo riconosco.

Paul Claudel, La città

venerdì 13 gennaio 2017

cos’è questa diffidenza del passato?

“Ivors, cos’è questa diffidenza del passato? A me il presente sembra così enorme che niente cessa di farne parte. Ciò che noi chiamiamo storia non è una successione di immagini vane, ma lo sviluppo, man mano che le cose uscendo dal tempo smettono di appartenergli, di un ordine e di una composizione.”
Paul Claudel, La città

mercoledì 11 gennaio 2017

Questo popolo si annoia...

"Questo popolo si annoia.
Né il cibo lo rallegra, né l'acquavite e le gozzoviglie lo consolano.
e ti darò la spiegazione.
Un tempo l'operaio aveva la sua opera tutta intera tra le sue mani; e come il cuore si rallegra alla vista del colore, trovando bella la sua opera, egli si compiaceva del suo lavoro; e, conoscendo il compratore, lo aveva in considerazione particolare. Ma oggi ogni riconoscimento del lavoro, e ogni onore, e ogni genialità tutto gli è stato tolto. E l'uomo non ha più come scopo quello di soddisfare un altro uomo, ma di provvedere a bisogni generali, e la sua opera non ha altro merito che la sua utilità, e le macchine lo fanno per lui. Per questo fatto già due libertà gli sono tolte, quella della scelta per quanto riguarda i mezzi, e dell'ordine per quanto riguarda il lavoro, e inoltre gli dico che un doppio consenso gli è rifiutato, quello dell'intelligenza che, scorgendo il fine, decide di raggiungerlo, e quello della volontà che, applicandosi all'opera, dimentica la fatica.
E così, qualunque sia il salario, l'operaio fa un opera servile, e, essendo schiavo, desidera la libertà."
Paul Claudel, La città