martedì 31 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 10/12

FP. Il dolore consiste nel guardare con umiltà il proprio errore e nel riconoscere che esso è sbagliato. Vede: il dolore più vero è quello abituale, quello che ci fa essere umili come condizione normale del nostro agire. E timorati di Dio.
M. Io preferisco Cristo a Dio.
FP. Se continuerà a vivere preferendo Cristo, capirà di più. Capirà anche Dio. Si accorgerà di Dio. Per ora, lo pensi come un padre.
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

lunedì 30 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 9/12

FP. Bene. Lei avrà letto il Vangelo. Perché quella gente ha lasciato moglie, figli, barche, reti per seguirlo? Era l’unico del quale si sentivano compresi come uomini. E, inoltre, Cristo dimostra autorità morale e superiorità in ogni occasione. Arrivava alla sera stanco di guarir gente, comandava ai venti e al mare. Conosceva, fino in fondo al cuore, gli uomini e le donne che incontrava: perciò essi si abbandonavano a lui. Sapeva parlare in modo che tutti capissero, pur dicendo cose profondissime. Era una personalità senza paragone. Con lui, si stava bene.
M. Era quasi così col Pasquale.
FP. Con Cristo di più. C’era, in lui, qualcosa d’inspiegabile. Un margine indefinibile.
M. Ecco. É proprio questo che era grande col Pasquale.
FP. Ma, con Cristo, è Dio che si è fatto uomo. Che si è fatto carne: materia per la sofferenza.
M. Vede. Io non ho avuto visioni particolari per convincermi a venire qui da lei. Ma ho proprio incontrato, invece, uno così. O quasi. E anche lui mi parlava di Cristo in questo modo.
FP. L’aspetto più affascinante di Cristo è il perdono: ha perdonato anche a chi lo stava uccidendo.
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

domenica 29 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 8/12

M. Mi sembra di sì. É una cosa bella: come quelle che diceva il Pasquale.
FP. Ma questo Pasquale le è rimasto proprio qui!
M. Se son da lei è per lui. Mi faceva sentire felice. Un uomo, non una bestia. Io, adesso, voglio capir le cose e vivere come lui. Ma non so cosa devo fare. Lei me lo deve dire.
FP. Ma io non l’ho affatto conosciuto quel suo amico.
M. Però è cristiano anche lei. Deve saperlo.
FP. Senta. Lei mi mette in imbarazzo. E, se le parlassi di Gesù Cristo?
M. Anche il Pasquale, ogni tanto, lo faceva.
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

sabato 28 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 7/12

M. Sa che lei mi sta diventando simpatico? Mi dispiace che non abbia conosciuto il Pasquale. Sareste andati d’accordo.
FP. Non è necessaria la simpatia con me perché lei accetti la Chiesa; non serve molto che io le sia simpatico. Le deve essere simpatico Cristo. Ci saranno preti e cristiani che non le piaceranno.
M. E come faccio a sapere se mi piace Cristo? Cioè: come faccio a sapere se è Cristo quello che mi piace in voi cristiani? In lei?
FP. È facile. Se questa realtà nuova che le piace tanto mette in discussione tutto ciò che le piace, significa che è Cristo, cioè che non è una delle solite idee fabbricate da lei.
M. É un po’ complicato.
FP. Le mi ha chiesto, pressapoco: “Come faccio a sapere se questa idea è davvero Cristo e non è invece un’altra delle mie idee?”. Io le rispondo. “Non è un’altra delle sue idee, ed è perciò Cristo, se questa idea mette in discussione tutte le altre sue idee”. Ha capito?
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

venerdì 27 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 6/12

M. Béh, io ho sempre criticato e stimato poco assai i cristiani. La loro mentalità chiusa. Le loro preghiere.
FP. Non bisogna essere legati alle forme. La preghiera è un respiro dell’essere, un modo abituale di guardare e di giudicare.
M. Si giusto. Io prima non lo sapevo. Io ho visto sempre i cristiani far diverso da così. L’ho capito dopo, dal Pasquale.
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

giovedì 26 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 5/12

FP. Perché é venuto a confessarsi?
M. Perché voglio credere in Gesú Cristo en ella chiesa.
FP. E perché vuole credere in Cristo en ella Chiesa?
M. Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto.
FP. E questo suo amico non le ha spiegato cosa sono i peccati, cos’è la confessione?
M. Assai poco. Mi ha parlato di Cristo e delle faccende della vita di tutti i giorni.
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

mercoledì 25 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 4/12

MOZART: Devo parlare io adesso?
FRATE PLACIDO: si, figliolo.
MOZART: Sono venuto per confessarmi.
FRATE PLACIDO: Bene, figliolo, L’ho capito.
MOZART: non sono pratico di confessioni. Mi puó aiutare?
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

martedì 24 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 3/12

Occorre un coraggio a tutta prova: è vincitore chi è sempre pronto a combattere. Anche se hai trascorso lunghi anni nel peccato, non hai motivo di scoraggiarti: è la confidenza in Dio che è certezza. E bisogna, poi, ricorrere alla vergine Maria. Dio ci permette di trarre il bene dal male e bisogna conoscere l’arte di utilizzare le proprie colpe, avvalendosi dei peccati per progredire nell’umiltà (che è fondamento di tutte le virtù, come l’orgoglio è principio di tutti i peccati). Le colpe sono come tante finestre: mettono in luce la nostra miseria e perciò il nostro bisogno di Dio. Vedi, perciò, che i peccati servono a guarire il maggior peccato che é l’orgoglio? Meglio il peccato accompagnato dall’umiltà che l’innocenza accompagnata dalla superbia. Quando tu capirai questo, ringrazierai Dio che ti lascia peccare e ti perdona. Così, sarai più indulgente verso le altrui debolezze. Spero che così sia.
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

lunedì 23 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 2/12

Non turbarti ora, mentre stai per vedere le tue colpe. La pazienza e la calma sono doti stupende: occorre sì affliggersi, ma con tranquillità e con coraggio, senza falsa umiltà. Il turbamento e l’inquietudine vengono infatti, per lo più, dall’orgoglio, dall’esagerata stima di noi stessi. Bisogna correggersi con dolcezza e compassione, con soavità e persuasività. Anteo, come raccontano i poeti greci, lottava contro Ercole e non cadeva mai a terra senza subito rialzarsi, con maggior forza e vigore. Così faceva anche il santo Francesco di Sales con le sue passioni. Non bisogna mai disperare, perché la speranza salva dal naufragio. Lo scoramento porta, invece, all’abbandono e, perciò, al lassismo, perché il demonio comincia a operare quando si ha sfiducia di riuscire: operatur in filios diffidentie. 
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

domenica 22 marzo 2020

Perché un amico me ne ha parlato e tutto mi è piaciuto 1/12

FRATE PLACIDO: non bisogna meravigliarsi delle proprie colpe, finché viviamo. Le miserie sono umane. Senza uno speciale privilegio di Dio (e perciò nessun merito umano) è impossibile evitare i peccati. Il progresso verso la pienezza e la perfezione e la felicità è disseminato di cadute ed è lento, molto lento. Le malattie vere dell’uomo agiscono come quelle del suo corpo: vengono a cavallo e se ne vanno a piedi. I santi non sono i meno difettosi, ma i più coraggiosi, perché essi non si meravigliano di una caduta, anche grave: dopo il peccato, non bisogna scandalizzarci, ma rialzarsi. 
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine