domenica 8 dicembre 2019

Ma è già grande quel pastore che si scopre sentinella...

Ma è già grande quel pastore che si scopre sentinella. 
Solo quando noi camminiamo nella giusta direzione, quella presa fin dall'inizio destandoci dalla creta, saremo felici. Allora potremo vivere in pace poiché quello che dà un senso alla vita dà un senso alla morte. 
Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita, Bisogna dare un senso alla vita degli uomini

venerdì 6 dicembre 2019

Se noi tendiamo verso questa coscienza...

Se noi tendiamo verso questa coscienza dell'universo, penetriamo nel destino stesso dell'uomo. Solo i bottegai, che si sono installati placidamente sulle rive del fiume senza vedere scorrere l'acqua, ignorano questo. Ma il mondo evolve. Da una lava in fusione, da una pasta di stella è nata una vita. A poco a poco ci siamo innalzati fino a comporre delle cantate e a soppesare delle nebulose. E il commissario, sotto le bombe, sa che la genesi non è compiuta e che egli deve proseguire nella sua elevazione. Ė verso la coscienza che procede la vita. 
Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita, Bisogna dare un senso alla vita degli uomini

mercoledì 4 dicembre 2019

Dal momento che per liberarci...

Dal momento che per liberarci basta che ci aiutiamo a prendere coscienza di un fine che ci unisca gli uni agli altri, tanto vale cercarlo nell'universale. (...) E anche il semplice pastore che veglia le pecore sotto le stelle, se si rende conto della sua funzione, capisce di essere qualcosa di più che un pastore. Egli è una sentinella. E ogni sentinella è responsabile di tutto l'Impero.
Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita - Bisogna dare un senso alla vita degli uomini

lunedì 2 dicembre 2019

In un mondo divenuto deserto avevamo sete di ritrovare dei compagni...

In un mondo divenuto deserto, avevamo sete di ritrovare dei compagni: il sapore del pane spezzato fra camerati ci ha fatto accettare i valori della guerra. Ma non abbiamo bisogno della guerra per trovare il calore della spalla amica in una corsa verso lo stesso traguardo. La guerra ci inganna. l'odio nulla aggiunge all'esaltazione della corsa.
Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita - Bisogna dare un senso alla vita degli uomini

sabato 30 novembre 2019

Quel richiamo che ti ha smosso...

Quel richiamo che ti ha smosso, tormenta senza dubbio tutti gli uomini. Si chiama sacrificio, poesia o avventura, la voce è sempre la stessa. Ma la sicurezza domestica ha troppo a lungo soffocato in noi la parte che poteva sentirla. Trasaliamo appena, diamo due o tre colpi d'ala, e ricadiamo nel cortile. Siamo gente ragionevole. Abbiamo paura di abbandonare le nostre piccole prede per una grande ombra. Ma tu, sergente, le vedi in tutta la loro meschinità queste attività di bottegai, questi piccoli piaceri, questi piccoli bisogni. 
Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita - Madrid

giovedì 28 novembre 2019

Così l'uomo che una evidenza sconosciuta...

Così l'uomo che una evidenza sconosciuta afferra, scopre la vanità delle sue occupazioni di contabile e delle dolcezze della sua vita domestica. Ma non sa dare un nome a questa verità sovrana.
Per spiegare tali vocazioni, si parla del bisogno di evasione o del gusto del rischio, come se non fosse proprio questo gusto del rischio o questo bisogno d'evasione che bisognerebbe chiarire. Si invoca altresì la voce del dovere, ma come mai è così pressante? Che cosa hai capito, sergente, quando la tua pace fu turbata?
 Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita - Madrid

martedì 26 novembre 2019

In fondo, perché sei partito?

"In fondo, perché sei partito?".
In fondo, sergente, se ho ben capito la tua risposta, tu stesso lo ignori. Contabile in qualche ufficio di Barcellona, estraneo alla politica, allineavi delle cifre senza preoccuparti molto della lotta contro i ribelli. Ma un collega si arruolò, poi un secondo, e in te si verificò una sorprendete e strana trasformazione: le tue occupazioni, a poco a poco, ti apparvero futili. I tuoi divertimenti, il tuo lavoro, i tuoi sogni, appartenevano a un'altra età. Quello che importava veramente non era là. Venne infine la notizia della morte di uno di voi ucciso nei dintorni di Malaga. Non si tratta di un amico da vendicare, eppure quella notizia passò su voi, sui vostri ristretti destini, come un colpo di vento marino. Un collega ti guardò un mattino:
"si va?".
"si va"
e ci siete "andati".
Antoine De Saint-Exupèry, Un senso alla vita - Madrid

domenica 22 settembre 2019

Ma il nuovo popolo...

Ma il nuovo popolo nomade di impiegati e artigiani, sempre impegnato a trasferire la propria casa da un sobborgo all'altro, o i figli da una scuola all'altra, non possedeva alcuna continuità comunitaria. Condividevano tutti quell'abitudine a dimenticare la storia che si abbina ovunque all'ampliamento dell'istruzione.
G.K. Chesterton, L'uomo che sapeva troppo

venerdì 26 luglio 2019

Tonalestate 2019

Non è al singolare – l’uomo nuovo – ma al plurale – gli uomini nuovi – il tema proposto dal Tonalestate per festeggiare e riflettere sui vent’anni della sua storia. Fu infatti nell’estate del 2000 che il professor Giovanni Riva diede inizio all’esperienza culturale del Tonalestate, esperienza che ha accompagnato, anno dopo anno, l’impegno e il lavoro di tanti intellettuali, di tanti universitari, di tanti giovani e non più giovani di ogni parte del mondo, costruendo con loro strumenti di giudizio ma soprattutto offrendo quella solida continuità di rapporto che è necessaria, o meglio indispensabile, per una presenza capace di trasformare la società.

Vent’anni fa il mondo, nella sua forma, era diverso da quello di oggi perché gli strumenti virtuali erano meno determinanti: ancora ci si guardava in faccia e incontrarsi, parlare, discutere erano parte normale della vita quotidiana. Oggi, quando il rapporto con gli altri è diventato quasi sempre una parola detta da lontano o lo scambio di una serie di fotografie e di messaggi (e uno passa, generosamente, buona parte della sua giornata a vedere immagini o a leggere messaggi), incontrarsi sappiamo che è diventata una fatica, perché richiede un distacco dalla virtualità che ha quasi il sapore del sacrificio. Eppure, è necessario e indispensabile vedersi, incontrarsi, parlare, condividere, assaporare l’odore acre o il dolce profumo dell’altro e degli altri che ci sono vicini, con i loro repentini cambiamenti di umore, con i loro volti che esprimono il passare del tempo, col loro esserci che potrebbe trasformarsi in un attimo in un non esserci più. Quando la coscienza è raggiunta dalla provvisorietà, con quanta delicatezza ci si accosta all’altro, quasi lo si tiene stretto in un abbraccio che è già memoria, e lo si valorizza, in un sacro rispetto per la sua presenza che potrebbe essere momentanea quando, invece, abbiamo bisogno che sia eterna.

Passare dalla guerra alla pace richiede il sacrificio di stare, in ogni modo e forma, vicino agli altri, di assaporarne la natura, i problemi, le gioie, in un gomito a gomito che a volte infastidisce, intimorisce o fa tremare, in una prossimità, magari senza parole, che è indispensabile perché la guerra (e con questa parola si indicano sia le guerre, ancora numerose, che si combattono con o senza armi in troppe parti del mondo, ma anche le guerre provocate dalle nostre solitudini, dalle nostre paure, dalle angosce che covano in noi e che a volte esplodono facendo tante stragi come quelle provocate da una bomba) si trasformi in pace (e con questa parola si indica non solo una convivenza senza bombe e senza armi, ma anche quella pace che sollecita l’uomo a piangere con chi piange e a gioire con chi gioisce, condividendo insieme il cammino su questa terra che ci antecede e che continuerà ad esistere anche quando per noi l’essere stati qui rimarrà, forse, solo un ricordo).

Tutti i testi apocalittici (in die irae, nel giorno del giudizio), che siamo stati abituati a leggere come un preannuncio di strazianti disgrazie che si concludono, a fuoco e fiamme, nella temuta condanna a una sofferenza eterna, hanno invece in sé la proposta di camminare in compagnia degli angeli (cioè di uomini nuovi, chiamati angeli appunto perché difficili da descrivere in quanto radicalmente rinnovati e in quanto annunciatori di una radicale novità), e di andare con loro verso l’alto, godendo e non temendo la pace, quella pace che libera non solo dalle tante nostre paure ma anche dalla superficialità del litigio. Questi testi suggeriscono un modo di vivere adeguato a uomini liberi da quel tipo di ali nefaste, sempre pronte a fuggire o a condannare. Se riusciamo, dunque, dedichiamo un po’ di tempo a leggerli questi testi apocalittici – da quello di san Giovanni ai libri di Giobbe, di Enoc o di Arda Viraf – perché non insegnano la condanna e la fuga, ma un perdono che libera e che genera pace.

E intanto il Tonalestate, fonte profonda di cultura sempre alternativa alla mentalità dominante, questo Tonalestate paziente, mai cinico, distratto o indifferente, questo Tonalestate attento agli uomini e sempre incurante della propria povertà di mezzi, persevera a proporre luoghi di pace, cioè isole di resistenza alla mentalità dominante, nella coscienza che, solo camminando insieme, si fa l’esperienza di essere hombres nuevos, constructores de nueva humanidad, come dice un canto spagnolo, un canto che è poi una preghiera che domanda di avere un cuore grande capace di amare e un cuore forte capace di lottare. E anche qui si usa il plurale. Infatti, solo insieme si è nuovi. Ed è questa la vera, grande sfida che ci lancia il nostro tempo

domenica 7 luglio 2019

Perchè l'atomo si mostra...

Perchè l'atomo si mostra, ad un tratto, vivo sotto i nostri occhi non avvezzi e stupiti; e lo spirito, anch'esso non avvezzo, stupisce, e lo spirito ammira, e lo spirito ama, perchè improvvisamente riconosce una vaga parentela. Si trova di nuovo sprofondato nel più completo mistero proprio là dove non ne scorge più alcuno; e, improvvisamente scoprendo una parentela fra tutti gli elementi materiali, ecco che viene a scoprirne una fra quegli elementi e sè stesso, alla fine della sua ricerca. Perchè che cosa sono mai quelle particelle elettriche che costituiscono l'atomo? Appaiono allo studioso senza massa e senza dimensioni. Spirito? È il loro avvicinamento e la loro coesione a fornir massa e dimensioni alla materia. Dunque la non-massa crea la massa, la non-dimensione crea la dimensione? Perchè? Come? Lo spirito creerebbe la materia? E lo spirito creerebbe la materia col ravvicinamento e la copula di quei granuli elementari che sembrano obbedire, come noi, ad ogni sorta di fenomeni d'attrazione e di repulsione, cedendo, proprio come noi cediamo, alle leggi dell'amore. È soltanto far poesia, sostenere che la materia è fatta d'amore?
Charles Ferdinand Ramuz, Statura Umana

venerdì 5 luglio 2019

La natura si compiace alle differenze...


La natura si compiace alle differenze, ama provocarle, facendo intervenire a questo scopo ogni suo fattore: l'aria, l'acqua, i suoi prodotti, le qualità del suo suolo, ogni sorta di clima.

Charles Ferdinand Ramuz, Statura Umana

mercoledì 3 luglio 2019

Non s'accorgono

Non s'accorgono che molti uomini neppure se le pongono, forse, quelle domande; ma le vivono; perchè esse si stringono alle radici medesime del loro essere minacciato, là dove l'uomo ha fame, là dove l'uomo  ha freddo, là dove l'uomo è senza amicizia, senz'amore, senza fuoco, senza vestiti, senza ricovero. E quell'uomo si domanda: «Perchè?» e gli si risponde allora, se pur ci si degna di rispondergli: «Colpa tua», e basta. Lui, allora, disteso sopra la sua branda, in una stanza chiusa a chiave, con le inferiate alle finestre, ravvolto in una vecchia coperta militare, ma con la pancia al caldo (ed è proprio questo che gli impedisce di dormire, perchè non ne ha l'abitudine), rumina.
Charles Ferdinand Ramuz, Statura Umana

domenica 26 maggio 2019

Gli avrebbero sostituito il cuore...

Gli avrebbero sostituito il cuore con un altro meno sensibile, teso solo agli scopi immediati e pratici senza remora di scrupoli; l’intelletto, affamato di ideali, si sarebbe concentrato in un’unica assorbente finalità: il guadagno.
L’onestà si sarebbe limitata al suo nucleo centrale: non rubare, non ammazzare, per il resto sarebbe valsa la legge dell’opportunità, ed il comando dell’utilità. Sentiva, il poveretto, di aver iniziato una lotta tenace, ma forse vana, per non adeguarsi a quell’ambiente che operava per virtù propria, come un veleno diffuso nell’aria. Eppure non mancavano buoni e comprensivi operai, ma la loro bontà era un possesso che difendevano e consumavano egoisticamente in solitudine: non irradiava, non scaldava.
Ferdinando Fantoli, Libertà condizionata

venerdì 24 maggio 2019

La società borghese...

La società borghese d'oggi non è altro che un insieme d'individui senza coerenza, tenuto in piedi soltanto da un'armata di leggi complicatissime, senza contare le forze armate, i tribunali, le dogane e la moneta. E forse, ancor più profondamente, quel che la tiene in piedi, (ma solo per un momento), è la sua profonda indifferenza, l'impossibilità totale, nella quale si trova la maggior parte degli individui che la compongono, di determinarsi, di fare una scelta, e quindi ad amare e quindi ad odiare:- così che, comprendendo i rischi materiali che ognuno di loro potrebbe correre col crollo del sistema, essi preferiscono ancora adattarvisi, per numerosi che siano i suoi inconvenienti.  È una società esteriormente indurita e pietrificata, che nasconde organi semiliquefatti; sotto la maschera cioè di questo sistema sociale non si nasconde una società nel vero senso della parola, ma due o tre o più società in coabitazione, giustapposte, l’una all’altra ostili, ma senza che, in verità, esse se ne rendano conto, e nelle quali nessuno crede più se non per se stesso.
Charles Ferdinand Ramuz, Statura Umana

venerdì 22 marzo 2019

L'originalità l'hanno tutti...

L'originalità l'hanno tutti, perchè ciascuno di noi è diverso dagli altri. Siamo tutti dei numeri primi, divisibili solamente per se stessi. Perchè questo diventi manifesto mancano solo le parole capaci di esprimere ciò che è singolare, unico nel suo genere, ineffabile. Ciascuno dovrebbe sforzarsi di scoprire ciò che lo distingue dagli altri, esserne umilmente fiero, collocandolo in bella luce, dandovi rilievo, mordente, colore. Ma bisogna osservare che l'originalità non è tanto un vantaggio particolare quanto un'attrattiva e un accento che si aggiungono a ciò che abbiamo in comune agli altri, come lo sguardo non è affatto l'occhio, ma solo il suo splendore. 
Jean Guitton, Imparare per un progetto

mercoledì 20 marzo 2019

Ma questo sforzo per discernere...

Ma questo sforzo per discernere ciò che ha valore prima di tutto il resto non è difficile quando ci si è distaccati un po' dal proprio io. È questo il mestiere umano per eccellenza. Tutti ne conoscono la legge: e la voce che parla a noi como a Giovanna d'Arco, lo ripete sempre. Quella che chiamiamo la coscienza non è forse sempre il mormorio interiore dell'essenziale?
Jean Guitton, Imparare per un progetto

lunedì 18 marzo 2019

Ogni scelta...

Ogni scelta dunque implica un giudizio. E ciò è già pensiero.
Jean Guitton, Imparare per un progetto

sabato 16 marzo 2019

Bisognerebbe ricostruire il più possibile...

Bisognerebbe ricostruire il più possibile questi gruppi di lavoro in comune. Non ci preoccupiamo abbastanza di insegnare ai ragazzi a lavorare insieme, intorno ad un centro d'interesse scelto accuratamente. Si noterebbe che la fierezza propria dell'essere umano, invece di portarsi sul compito personale, si aggrappa all'opera comune gustandovi una gioia di buona lega, senza la triste impressione della superiorità che isola: lavoro in comune dove gli uni trovano aiuto negli altri
Jean Guitton, Imparare per un progetto

domenica 3 marzo 2019

O prigionieri, comprendetemi!

O prigionieri, comprendetemi! Io vi libero della vostra scienza, delle vostre formule, delle vostre leggi, di questa schiavitú dello spirito, di questo determinismo piú duro della fatalità. Io sono il difetto nell'armatura; io sono lo spiraglio nella prigione; io sono l'errore nel calcolo: io sono la vita.
Saint-Exupèry, Volo di notte

venerdì 1 marzo 2019

Noi con animo grande...

Noi con animo grande non ci siamo voluti chiudere nelle mura di una sola città, ma ci siamo aperti alla relazione con tutto il mondo e abbiamo affermato di avere il mondo come patria, perchè fosse possibile offrire alla virtù un campo più vasto. Ti è precluso il tribunale e ti è vietata la frequentazione dei rostri o dei comizi; guarda dietro di te che ampia estensione di vastissime terre e di popoli ti si apra; non ti sarà mai preclusa una parte così grande che una più grande non ti sia lasciata. 
Seneca. Tranquillità dell'animo

martedì 26 febbraio 2019

E quella primavera!

E quella primavera! Ti ricordi di quella primavera dopo la pioggia grigia di Tolosa? Quell'aria cosí nuova che circolava tra le cose? Ogni donna conteneva un segreto: un accento, un gesto, un silenzio. E tutte erano desiderabili. E poi, tu mi conosci, quella fretta di ripartire, di cercare più lontano quello che presentivo e non comprendevo, perchè io ero il rabdomante, perchè io ero il rabdomante che sente la sua verga di nocciòlo tremare e condurlo per la terra sino al tesoro. 
Ma dimmi, dunque, che cosa cerco? Dimmi perchè, alla finestra, appoggiato alla città dei miei amici, dei miei desideri, dei miei ricordi, dispero? Perchè, per la prima volta non scopro la sorgente e mi sento così lontano dal tesoro? Qual è questa promessa oscura che mi è stata fatta e che un dio oscuro non mantiene?
Saint-Exupèry, Volo di notte
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domenica 24 febbraio 2019

Noi non chiediamo d'essere eterni

Noi non chiediamo d'essere eterni, ma di non vedere gli atti e le cose perdere improvvisamente il loro senso. Allora il vuoto che ci sta intorno si mostra...
Saint-Exupèry, Volo di notte

venerdì 22 febbraio 2019

La validitá di un'idea...

La validitá di un'idea comune non puó reggere se la si vive estranei gli uni dagli altri.
Come posso marciare se non mi aiutate a capire chi sono?
Non é possibile scambiare per superbia o per tacita connivenza la solitudine.
Luciano della Mea, Il fossile ignoto

martedì 19 febbraio 2019

Non capite dunque...

Non capite dunque che io non ho osato trattenervi? Quello che voi fate è così insensato che può darsi che sia giustissimo. In ogni modo, una cosa è certa: ed è che è impossibile essere veramente un ateo.
G.K. Chesterton, La sfera e la croce

domenica 17 febbraio 2019

Se il giornalismo è il quadro della nostra esistenza moderna...

Se il giornalismo è il quadro della nostra esistenza moderna, la sua grande debolezza è che non ne riflette se non le eccezioni. Noi annunciamo con un titolo su tre colonne che un uomo è caduto da un'impalcatura; e non annunciamo, con un titolo su tre colonne, che un uomo non è caduto da un'impalcatura. E tuttavia questo secondo avvenimento è infinitamente più interessante e commovente, perchè rivela che questa torre viva, piena di terrore e di mistero - un uomo - è ancora dritta sul suolo della terra. Ma evidentemente non si può pretendere dal giornalismo che insita così sopra dei miracoli permanenti: non si può chiedere ai direttori dei giornali di pubblicare sulle loro colonne: Il signor Wilkinson è sempre in ottimo stato di salute, oppure: Il signor Jones, di Worthing, non è morto. Essi non possono annunciare la felicità di tutta l'umanità, parlare di tutti i gioielli che non sono stati rubati, di tutti i matrimoni che non sono annunciati. Ne segue pertanto che il quadro della vita che essi pretendono di darci completo è falso, poichè non vi è rappresentato che l'insolito. Per quanto siamo democratici, i giornali non si occupano che della minoranza.
G.K. Chesterton, La sfera e la croce

venerdì 15 febbraio 2019

Aiutami a non avere una concezione fredda...

Aiutami a non avere una concezione fredda e dura della vita, ma ad aiutare le persone che incontrerò, perchè ascoltino la voce che hanno in fondo al cuore.
Antonio De Petro, Dies Irae

mercoledì 13 febbraio 2019

I pensieri dell'uomo ne sono talvolta la patria...

I pensieri dell'uomo ne sono talvolta la patria, la casa. E alle due, silenziose e solerti a vicenda, un pensiero regenera nuovi pensieri. E i pensieri sospiri, che sono preghiere. E il pregare una voglia d'agire, di esistere in Lui: tanto è la preghiera quell'unico vero e reale lavoro dell'uomo, domanda. È il lavoro dei poveri.
Antonio De Petro, Dies Irae

lunedì 11 febbraio 2019

Tu cerchi di riparare ai guasti in modo guasto...

Tu cerchi di riparare ai guasti in modo guasto. Non hai fede, caro. Distruggi l'ombra del campanile e fai inseguire l'ombra di nubi che passano. Ai giovani prurita il cuore, e tu? Gratti loro i polpacci!
Antonio De Petro, Dies Irae

sabato 9 febbraio 2019

La morte, il dolore, è una bella fatica...

La morte, il dolore, è una bella fatica. Non ci sarà chiesto di aver abbattuto l'albero, ma di esser trovati con la scure in mano. Chi l'ha mai detto?
Antonio De Petro, Dies Irae

giovedì 7 febbraio 2019

Chi di noi due amerà davvero l'altro...

Chi di noi due amerà davvero l'altro e non sé scagli la prima parola dell'incontro, preludio all'amore.
Antonio De Petro, Dies Irae

martedì 5 febbraio 2019

Anche se il vostro cuore vi condanna...

Anche se il vostro cuore vi condanna, Dio è più grande del vostro cuore: Egli vive in quanto è l'amore fatto persona, o meglio fatto natura.
E i pittori possono ancora usare i colori se un amore finisce sulla terra?
Antonio De Petro, Dies Irae