giovedì 5 dicembre 2013

Il poema si intitola Il grande inquisitore; è una cosa assurda, ma voglio fartelo sentire. 12\12

“Senti Alëša” disse Ivan in tono fermo “se davvero mi basteranno le foglioline vischiose, sarà solo ripensando a te che potrò amarle. Mi è sufficiente sapere che tu sei qui, da qualche parte, per non perdere la voglia di vivere. Questo ti basta? Se vuoi, considerala come una dichiarazione d’amore. E ora tu vai a destra e io a sinistra, e basta così m’intendi? Voglio dire, se domani non partissi e noi dovessimo rivederci, allora su questo argomento non dovrai più spendere una parola. Te lo chiedo per favore. Quanto a nostro fratello Dmitrij ti prego vivamente di non parlarmi mai più di lui” aggiunse improvvisamente irritato “l’argomento è esaurito, è stato detto tutto, non è così? Da parte mia, ti faccio anche io una promessa: quando arriverò ai trent’anni e mi verrà voglia di “gettar via la coppa”, dovunque ti trovi verrò a riparlarne con te… Dovessi venire anche dall’America, sappilo. Verrò appositamente. E sarà molto interessante vedere come sarai diventato allora. Vedi, è una promessa abbastanza solenne quella che ti faccio.”

F.M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov

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