lunedì 13 aprile 2020

Cena (11)

La causa della malattia mentale è il non sapersi esprimere. Mentre la causa del dolore è l’incomprensione.
Anche per Francesco: non si può fuggire dalla vita. D’altra parte, non si può nemmeno vivere senza pietà e lui, forse, prima, è stato invece troppo crudele.
Ragazzi miei, il problema è sempre il fine, lo scopo. Torniamo a bomba! Se c’è quello, tutto si risolve, altrimenti, ciccia!
Bèh, adesso, dopo il secondo, che c’è?
Scamorzaifèrri?
Toh, mai sentita. E sì che, appunto col Francesco, mi son fatto tutta una cultura sui formaggi. Ma che la scamorza si facesse ai ferri proprio non lo sapevo.
La scamorza è quello che noi chiamiamo tosòne. Noi, cioè al Nord. Così ho capito dal Francesco. Pover’uomo, ‘sto Francesco. Il suo era un puntiglio, ma all’Alfonsina voleva bene.
Ah, son sicuro, mi ha detto: Come l’avrei amata di più, se vivesse! Tutti. Il suo problema, adesso, è quello di vivere: a fare? Perché?
Ricostruirsi una vita. Che vita? Alla sua età, poi. È facile dirlo: gliel’ho detto anch’io. Ci vuole uno scopo, ragazzi! Lo scopo. Capisco perché ho visto più suicidi in questi mesi che in tutto il resto della mia vita.
Voi siete pieni di segni religiosi e di preti. Ma è una fede che non s’immerge nella vita, nella carne. Capite?
Antonio De Petro, Fuor della vita è il termine

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